"Oggi mia madre avrebbe compiuto cent'anni"
cominciava il mio discorso.
"Così ho pensato a lei e a quanto mi ha aiutato a diventare la persona che sono."
Non l'ha fatto secondo i canoni.
Non era una grande scrittrice nè un'abile donna d'affari, a dire il vero non è mai stata nemmeno una madre particolarmente brava.
Penso che abbia cercato di essere una buona moglie, questo sì, ma come casalinga non era un granchè, inoltre non ho mai conosciuto una cuoca peggiore di lei.
Ma mia madre era l'esempio vivente di ciò che non volevo essere e ancora oggi mi alzo ogni mattina ringraziando perchè non sono lei. Anzi, ringrazio di non essere nessuna delle donne della sua generazione, che sono state tanto sfortunate da nascere in quello che, a mio parere, era il periodo peggiore per essere una donna americana borghese.
Inizia così il flusso di pensieri e memorie che Ruth Reichl ci regala in questo libro.
Un po' diario, un po' scatola dei ricordi e confidenza.
Personalmente, dato che il primo capitolo di "La parte più tenera" titola "La regina della muffa", mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Invece R.R. riesce ancora a sorprenderci!
Il ritratto che emerge da queste pagine è davvero inedito, rispetto all'idea di donna volubile e capricciosa emerso dai libri precedenti.
Miriam sembra più umana, una madre a tutti gli effetti, cerca di proteggere la figlia da se stessa e dai propri demoni. Presenti, passati e futuri. Certo, i metodi non sono dei migliori, ma la depressione ha giocato un ruolo molto forte nella vita di tutta famiglia e ha sicuramente influenzato gran parte delle sue azioni.
Non ho mai conosciuto tante donne infelici.
Erano brillanti e istruite, eppure si annoiavano.
Alcune di loro facevano volontariato presso enti benefici, ma non si sentivano realizzate. La loro infelicità era una brutta cosa e le famiglie ne pagavano le conseguenze.
Era un terribile spreco di talento ed energia e fu proprio guardandole che capii non sarei mai diventata come loro.
La madre, donna istruita e dinamica, prima del matrimonio gestiva una piccola libreria e aveva contatti con autori ed editori, con il primo matrimonio è passata al ruolo di madre a tempo e pieno e, come molte delle sue amiche, è sfiorita in una quotidianità noiosa e poco stimolante. Poco portata per la maternità e incapace di contenere le proprie necessità e lo spirito artistico, vive di alti e bassi nei quali trascina la figlia e il marito.
Finalmente fece qualcosa per sè: aprì una libreria.
Perchè?
"Mi sentivo sola, desideravo una vita piena di gente" scrisse a un'amica "E poi ho sempre amato leggere."
Per l'epoca, era una mossa coraggiosa.
Il giorno dell'inaugurazione, un caro amico di sua madre, il reverendo John Haynes Holmes, le mandò un biglietto di incoraggiamento e congratulazioni: "Ammiro l'intelligenza e il coraggio che stai dimostrando in questa iniziativa. Stai facendo vedere a tutti di cosa sono capaci le donne del nostro tempo."
Ruth, anni dopo la morte della madre, scopre un lato di lei che non conosceva. Sepolti in una scatola ci sono i ricordi, le lettere e i rimpianti di una donna che per anni ha cercato far sì che la figlia crescesse libera, indipendente, piena di sogni e possibilità di realizzarli. Il dono più bello e l'orgoglio, celato per tanto tempo, di una madre stramba ma amorevole.
"Tu mi consideri una sciattona" scrisse.
"Ma con ogni probabilità penseresti la stessa cosa di Ruth se vedessi la sua casa a Berkley. E' disordinata, ma la sua vita trabocca di arte, cultura e amici interessanti.
E' una donna indipendente, si dedica con impegno al suo lavoro di scrittrice e si mantiene da sola.
Pensiamo entrambe che sia più importante svolgere un lavoro interessante che fare la spesa, cucinare e pulire."
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