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Due nidi. Sei becchi. Quattro sorrisi.




Io non so ancora se amo i bambini. Tutti li vedono prima o poi nelle loro vite ma c'è chi vede meglio quelli degli altri o li vorrebbe far fare a qualcun'altro. 
Io non so bene dove collocarmi. 
Li trovo carini, anche se quando sono troppo piccoli ho il terrore di farli cadere e quindi me ne tengo lontana, tastando pian piano quei minuscoli piedini perfetti.
Ho due quasi nipoti ma li vedo giusto due volte all'anno, in occasione dei loro compleanni, per i quali mi spremo le meningi fino a trovare regali che io per prima adorerei se fossi una bambina.
E forse un po' lo sono ancora.
Mi dispiace non conoscerli, non ricevere disegni ad acquarello dalla dubbia interpretazione come regalo, non sentire i discorsi profondissimi che fanno e non vederli crollare dal sonno mentre mangiano.
La verità è che un po' mi manca l'essere qualcosa, oltre a quella che appare due volte l'anno accanto allo zio e che non viene considerata perchè, ogni volta, è come la prima e quindi l'approccio parte sempre da dietro le gambe di adulti più familiari e talvolta non porta da nessuna parte.

Vi chiederete, ma che va blaterando?
Va blaterando che dopo il parto della merla, queste uovine azzurre sono diventate pulcini che crescono con una rapidità impressionante. 
Qualcuno sta già aprendo gli occhi e presto inizieranno a rotolare fuori dal nido e a cercare di volare via.
Sono terrorizzata dall'altezza, qualche anno fa uno degli uccellini ha osato troppo e l'abbiamo trovato spiaccicato in un tentativo di atterraggio, quindi sono agitata. E poi ci sono le cornacchie che gracchiano e volano da un albero all'altro e sembrano sempre troppo vicine.
E poi ho scoperto che la merla non è sola.
C'è un papà in questa storia.
Un papà nerissimo e magruzzo, con il becco arancione e gli occhi cerchiati di giallo. Si alterna alla mamma nel portare il cibo ai piccoli ed emette dei versi quando qualcuno si avvicina troppo ai pulcini. 
E io mi sono commossa.
[Avete tutti i buoni motivi per prendermi in giro ma è stato catartico]
Lui fermo sulla balaustra con il becco pieno di cibo.
Io sulla porta di casa.
Mi ha guardata con quegli occhi gialli e mi sono emozionata.
Non voglio che se ne vadano.

E forse i bambini mi spaventano e ho un pessimo rapporto, anzi, non ho il benchè minimo rapporto con i miei quasi nipoti, ma questi piccoli bruttissimi uccellini spelacchiati mi hanno aperto una breccia nel cuore.
Sono così indifesi e piccoli.
Pigolano piano e aprono pieni di fiducia i becchi giallissimi.
Sembrano abbandonati nel nido ma sono curati meglio di un royalbaby. E sono inconsapevolmente amati da un'intera famiglia di umani grandi e grossi che li sorveglia e si agita quando non vede tornare la mamma da troppo tempo.


Sono adorabili.








Due nidi.
Una famiglia allargata.

True Love.




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