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"Questa notte ho sognato la pace" di Dang Thuy Tram









Vivere è affrontare le tempeste e non raggomitolarsi impauriti di fronte ad esse.





Questo libro è un dono.
Uno stralcio di vita e di storia che si è miracolosamente salvato.

Ho letto i diari di Thuy piano piano.
Non si prestano alla voracità.
Vanno assaporati, capiti.
Ci si deve fermare a prendere fiato e riflettere.
Molto spesso ho pianto leggendo queste righe.

Eppure non c'è solo dolore e tristezza tra queste pagine.
L'immagine che ho di questa ragazza è sorridente.
Una giovane donna piena di speranza per il futuro.
Determinata. Riflessiva.
Autocritica fino all'estremo.
Innamorata.
Amica affezionata.
Compagna affidabile e compassionevole.
Medico capace.







C'è moltissima vita in queste vicende di morte e guerra.
In questo pezzo di storia molto spesso trascurato o studiato male.
Questi diari ci mostrano l'altro lato della medaglia.
Sono veri e propri documenti.

Alla fine del libro è impossibile non pensare a quella madre, una come tante, che ha visto partire una giovane figlia. Bella, sorridente, promettente e con tutta la vita davanti. Una figlia che ha votato il proprio futuro ad una causa. Senza più tornare.
Finchè un giorno, dopo anni dalla fine del conflitto, si presenta un signore, un americano, con i diari scritti in quei giorni. Thuy è diventata la figlia di una nazione. I suoi diari, il canto di tutti quei giovani mai tornati a casa.







Leggeteli.
Piano piano.
E assaporate tutto.

Il profumo della foresta.
Il rumore della pioggia.
Il silenzio dell'attesa.
Il buio dei rifugi.
L'arancio dei gas tossici.
I sorrisi.
Le canzoni.

Tutto.





Questa notte ho sognato che c'era di nuovo la pace.
Tornavo indietro e li rivedevo tutti.
Il sogno della pace e dell'indipendenza arde nel cuore di trenta milioni di persone da così tanto tempo!
Per la pace e per l'indipendenza abbiamo sacrificato tutto.
Tante persone si sono arruolate come volontarie per sacrificare la loro vita in nome di due parole: indipendenza e libertà.
Anche io ho sacrificato la mia vita per questo grandioso obiettivo.
[4 giugno 1968]











Ps: un grazie di cuore a Irene di Viachesiva. Lei, prima di me, ha scoperto questo libro e ne ha parlato sul suo blog. A lei devo questa scoperta e la lettura di queste pagine. Grazie :)





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