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"La casa della gioia" di Edith Wharton







Ho finito di leggere questo libro in una piovosa mattina di ottobre.
Sono dovuta arrivare alla fine prima di potermi alzare per fare colazione.
Presagivo già gli sviluppi futuri, ma questo non ha impedito a caldi lacrimoni di rotolarmi sulle guance e appannarmi la lettura delle ultime righe.

Lily.
Personaggio indimenticabile.
Vittima e complice di un sistema di privilegi e classi nella NY dei primi del '900.
Nata ricca. Rimasta presto orfana.
Accolta da una zia poco coinvolta nel bel mondo e ancor meno propensa a spese non necessarie.
Coinvolta, grazie alla sua bellezza, grazia e capacità di vivere in società, negli eventi mondani più esclusivi.
Amica, nemica, rivale e vittima di donne meno affascinanti ma più potenti.
Il problema di Lily sono i soldi.
La caccia è ad un buon partito.
Un matrimonio che le permetta di vivere serena, se non felice.
In lei però si nasconde un'anima che pochi scorgono tra le apparenze.
Non riesce a scendere a compromessi con questo mondo.
Arriva sempre ad un pelo dalla realizzazione, dalla rovina, dall'amore.

Lily è incompleta.
Una trottola sempre in movimento.
In una continua ricerca.
Sa cosa vuole.
Sa come potrebbe ottenerlo.
Ma sa anche che ci sono valori e sentimenti che valgono quanto la realizzazione sociale e la ricchezza.

Combattuta, sballottata, amata, odiata, denigrata.

Una donna sola.
In un mondo pieno di pregiudizi e falsità.
Bellissima.
Fragile.
Innamorata.




[Illustrazione dalla prima edizione di "The house of Mirth" E.W.]







Un romanzo struggente.
Bellissimo.





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