Ora voglio starmene in pace.
Stamane mi son trascinata quassù dal fondovalle come una formica malata, e ho raggiunto a fatica il piccolo chalet sul fianco della montagna che non vedo dal primo agosto di guerra. Mi son lasciata cadere sull'erba davanti alla porta, troppo stanca persino per riuscire a ringraziare Dio di essere arrivata a casa.
[22 luglio]
Elizabeth.
Di nuovo sola.
Questa volta non ci sono il giardino e le sue piante a fare da sfondo al romanzo, ma uno sperduto chalet svizzero. Le montagne, i boschi e i prati verdi e soleggiati.
La guerra è finita.
Molti se ne sono andati.
Dopo cinque anni, la protagonista torna in queste stanza che hanno conservato ogni minimo particolare dell'ultima estate felice.
Un luogo che è anche una cura.
I bagni di sole.
Le giornate passate a perdersi nella bellezza incontaminata.
Il cibo. Il buon sonno.
Manca solo qualcuno con cui chiacchierare.
E arriverà. Inaspettato dono.
Qui il silenzio è sbalorditivo. Gli uccelli quasi non si sentono. E neppure il vento, le foglie sono immobili, l'erba del prato si muove appena. I grilli si danno un gran daffare, e il suono dei campanacci delle mucche sui pascoli alti mi giunge portato dall'aria. Per il resto, tutto tace.
Davanti a me, solo uno smisurato silenzio inondato di sole.
[26 luglio]
Elizabeth è un'amica preziosa.
E il suo chalet svizzero un rifugio meraviglioso.
Lo so, perchè anche io ho il mio rifugio sui monti.
Non ci sarà lo splendore delle alpi svizzere fuori dalla mia finestra, ma il mio cuore trabocca di gioia ogni volta che metto piede nella piccola casa sui monti. E' un rifugio pieno di pace. Silenzioso e inondato di sole.
Uno "chalet" tutto per me.
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