Si avvicinò alla più grande delle case comuni, la dimora ancestrale di molte famiglie, dipinta con un enorme sole rosso al tramonto.
Lulu sollevò la pelle appesa davanti alla porta e le fece cenno di entrare.
Non sognarti nemmeno di andare in quel posto.
L'ordine rabbioso che sua sorella Dede le aveva scagliato contro due giorni prima, nel salotto di casa, le ronzava ancora in testa.
Ma chi credi di essere....?
Mentre oltrepassava la soglia fu percorsa da un brivido di sfida.
[ Indian House Interior with Totems (1912) ]
Questo libro, come sapete, mi ha catturata fin dalle prime pagine.
L'ho letto con voracità ma anche con grande calma.
Ho assaporato ogni dettaglio, riflettuto sul ruolo della donna in una società come quella canadese del primo '900 e sulla scomparsa delle culture e dei simboli di uomini che ci hanno preceduti.
Ogni volta che leggo storie come questa o ascolto notizie di guerre e spartizioni di territori mi rendo conto di quanto si è perso tra le pieghe della storia.
La figura di Emily Carr è estremamente moderna per i primi anni del'900.
Pittrice, viaggiatrice, grande conoscitrice della cultura indiana.
Divisa tra il ruolo che la famiglia e la società vorrebbero per lei e la passione incontenibile per un mondo vicino, pieno di tradizioni e leggende, costretto però ad una segregazione e ad un mutamento estremo dai colonizzatori bianchi.
[Totem Walk at Sitka, 1907 ]
Emily alterna i periodi tra gli indiani, ad una vita da ragazza sola ma per bene che si mantiene insegnando a dipingere alle mogli annoiate di ricchi canadesi e alle loro figlie.
Il suo stile risulta però troppo intenso, le forme e i colori troppo spigolosi e pieni, per non parlare dei soggetti da lei prediletti, ritenuti inadatti dalle eleganti signore che preferiscono ignorare le condizioni di vita delle popolazioni indigene e la loro presenza sul territorio.
Emily invece si fa qualche amico tra i nativi. Una in particolare, Sophie, si mantiene intrecciando cesti dalle forme tradizionali; capitata per caso a casa di Emily, instaura con lei un rapporto di amicizia ma la religione e la reclusione nella riserva cambieranno molte cose tra loro.
"I pali degli Haida hanno bisogno di te. Subito."
la cosa la colpì con la forza di un solenne battito di tamburi.
Nessuno le aveva mai detto che lei o il suo lavoro erano necessari.
Il lavoro di Emily è rimasto per molto tempo ignorato.
I suoi incredibili viaggi, la vita solitaria nella foresta e la passione che l'hanno contraddistinta sono stati messi in luce solo in tarda età e in modo contraddittorio, accanto a reperti e pali totemici estirpati dai loro luoghi di origine.
Una lotta interiore tra l'artista, la donna e l'amante della cultura indiana.
Una presenza forte e delicatissima, piena di voglia di vivere e sete di conoscenza.
Meravigliosa.
"E' una cultura che sta morendo, comunque".
Sputò contro il parapetto, come a congedare lei, la sua missione e i pali.
"No, la stanno uccidendo - la stanno facendo a pezzi - c'è una certa differenza",
replicò lei.
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