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"Jane Austen si racconta" di Giuseppe Ierolli






La Austen è uno dei pochi romanzieri che ha davvero creato un mondo; un mondo ristretto, certamente, che non ha la vastità degli universi di Balzac o di Dostoevskij, ma che puo', come estensione, gareggiare con il mondo di Marcel Proust.
Essa è stata una persona che ha voluto parlare soltanto di ciò che conosceva veramente bene, dell'alta borghesia inglese della fine del Settecento. 
Il proletariato non esiste, la nobiltà è vista solo di scorcio. Ma la sua classe la Austen l'ha ritratta in modo superiore e, soprattutto, in modo assolutamente spregiudicato sotto il costante velo delle buone maniere sue di scrittrice.

Essa è completamente priva di illusioni; di ogni azione apparentemente disinteressata essa vi mostra, in una mezza frase, i motivi egoistici.
Non ha rispetto per niente.
Pensate, per esempio, al modo con il quale nei romanzi del primo Ottocento erano dipinte le figure dei "genitori": una venerabilità, una virtuosità da togliere il respiro.
Guadate la Austen: il ridicolo, la vanità, l'infatuazione vi sono ritratte senza ritegno.

La Austen è uno di quegli scrittori che richiedono di essere letti lentamente: un attimo di distrazione puo' far trascurare una frase che ha un'importanza primaria: arte di sfumature, arte ambigua sotto l'apparente semplicità.




L'autore ci guida, grazie alle lettere dell'autrice alla sorella Cassandra e ad altri parenti a lei vicini, alla scoperta di Jane Austen. Autrice conosciuta e molto amata, della quale emergono sfaccettature nuove, più domestiche e pratiche, ma anche frivole, legate a balli e vestiti. Jane Austen sembra una moderna ragazza che si confronta con la sorella e le amiche su temi che le stanno a cuore, sull'amore, gli uomini e tanto altro.
Purtroppo, Cassandra ha bruciato molte lettere dopo la morte di Jane. Forse erano troppo intime o non le riteneva adatte ad una divulgazione che certamente sarebbe avvenuta tramite pronipoti e bisnipoti.


Un libro interessante che permette di arricchire, con materiale originale, il proprio patrimonio di conoscenze relativo ad una delle autrici più amate. 




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