Affascinante, intrigante e incredibilmente russo. Il palazzo d'inverno apre i suoi interni decorati e scintillanti ad un microcosmo vario e intricato, fatto di relazioni intessute pian piano tra partite a carte, chiacchiere, vestizioni e mansioni più umili a cui è adibita la servitù. Le amicizie, le relazioni, gli spionaggi sono parte integrante di un sistema basato su favori ed amicizie.
Chi tiene le fila di questo delicato meccanismo è la zarina Elisabetta, una donna sola e bisognosa di attenzioni. In mancanza di discendenti diretti, porta a palazzo il nipote Pietro, figlio della sorella scomparsa e sceglie per lui una sposa, Sofia, colei che diventerà Caterina la Grande. Una donna colta e intelligente che si inserirà nella vita di palazzo, nelle sue fitte trame ed inizierà a dispiegare il suo personale disegno e la sua visione illuminata di una nuova Russia.
La storia, narrata nel libro con accenni romanzati, vede accanto alla futura sovrana una rgazza di corte, una lingua, una spia di palazzo. Figlia di un legatore di libri, arrivata a corte dopo la morte dei genitori, Barbara, in russo Varvara, diventa una spia di Elisabetta che le consiglierà di fare amicizia con la nuova arrivata e di raccontarle qualcosa di più sulla futura sposa del nipote.
Il confine tra finzione e realtà è labile.
Illusioni e vita vera si fondono in un intreccio allo stesso tempo meraviglioso e crudele.
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