Passa ai contenuti principali

Sicilia. Catania.


Dopo il primo folgorante impatto con la Sicilia [vedi post] ci siamo presi qualche minuto per riordinare i pensieri. L'abbiamo fatto in questo bel giardino, pieno di vecchietti intenti a chiacchierare e a giocare a carte sotto arzigogolate piante di ficus. Oltre gli archi che si vedon sullo sfondo, il trambusto colorato e odoroso del mercato. Oltre il mercato, la porta d'ingresso alla città.
Benvenuti a Catania.


Il passaggio dal mercato alla Piazza del Duomo è incredibile. L'ordine, la calma e il silenzio sembrano quasi innaturali. I palazzi imponenti mostrano i loro fregi barocchi e circondan la pizza al cui centro sta il simbolo della città. Un elefantino di pietra lavica che sostiene un obelisco.










La Cattedrale, all'esterno, è un tripudio di particolari barocchi.
L'interno, maestoso e candido, ospita la tomba del compositore Vincenzo Bellini.
Uno stralcio di pentagramma come epitaffio.


E il sepolcro, ben visibile appena fatto ingresso in Duomo, dove nel 1876 furono accolte le spoglie del Maestro, provenienti dal cimitero parigino di Pére-Lachaise, in cui riposarono per quarantuno anni, dopo i solenni funeri all'Hotel des Invalides, tra la folla Rossini, Cherubuni, Paer. Ed è giusto che i resti di Vincenzo Bellini siano conservati nello stesso luogo in cui si venerano le reliquie della patrona della città; è giusto, perchè Catania ha due santi protettori, sant'Agata, appunto, e il suo "Cigno".
Il sepolcro è vegliato da un angelo-donna, incisi sul marmo i versi e le note della Sonnambula:
"Ah! Non credea mirarti/ sì presto estinto, o fiore".

Dall'amico che mi accompagna apprendo che in occasione dei lavori di restauro della pavimentazione del Duomo, nella primavera del 1959 la tomba fu aperta e la vecchia cassa contente la salma di Bellini sostituita con una nuova. Fu in quell'occasione che tra le spoglie venne rinvenuta una scatola.
Aperta, ci si avvide che essa conteneva il suo cuore, come pietrificato.

Una rosa fresca rende omaggio al sepolcro. Ogni giorno qualcuno ne porta una. Non chiedo al mio amico e neanche al sacrestano a chi si deve tanta devozione. 
Preferisco lasciar loro credere che io stia pensando che lei sia lì, da qualche parte, dietro una colonna, a spiare nella nostra curiosità... 







Dietro la Cattedrale si intravedono le ondulate forme della Badia di Sant'Agata.
Un gioco di linee concave e convesse muove la facciata di questa chiesa incastonata tra palazzi e viuzze.
Un piccolo gioiello che val la pena osservare più da vicino.






La storia emerge prepotente tra le vie della città.



Un luogo dove trovare ristoro e una vista privilegiata sull'Etna è l'Orto Botanico.
Qua e là son ancora visibili i resti dei fasti che furono.





Le vie principali, dove scorrono traffico e negozi delle firme più conosciute, sono costellate dagli ingressi a viuzze più piccole e particolari. Piene di ristorantini, palazzi antichi, balconi fioriti, chiese e scorci molto belli. Meglio dunque abbandonare le vie maggiori e immergersi nell'atmosfera della città vera e propria.



Via dei Crociferi è un susseguirsi di chiese e palazzi barocchi.
Unità stilistica, storia e dettagli fanno di questa strada un passaggio obbligato.






Passaggio che conduce di nuovo nel bel mezzo del mercato.
Frutta e verdura, carne e formaggi e infine la pescheria.
Ho amato particolarmente quest'angolo puzzolente e umido.
I vecchi palazzi un po' decadenti che circondano questa piazza invasa da bancarelle cariche di pesci colorati.
I grandi secchi azzurri pieni d'acqua che straborda sul pavimento lucido.
Le chiacchiere, le contrattazioni e le grida da un banchino all'altro.
Sono rimasta ipnotizzata e sorridente ad osservare questo scampolo di vita.
Meraviglioso.







E poi, come a lavar via tutto l'odore di pesce, lo sporco rimasto sulla piazza, la vista dei palazzi un po' decadenti e po' scrostati, un getto di acqua cristallina, una fontana di marmo bianchissima, i turisti che fanno le foto e, di nuovo, come per magia, il silenzio e la pace della Piazza del Duomo.


Commenti