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Sicila. L'isola dove Ade ha preso moglie. Il mito di Proserpina.




"Noi vediamo come dalle Tuileries voi vedete Saint-Germain; il canale non è più largo; e tuttavia abbiamo difficoltà ad attraversarlo. Lo credereste? Se soltanto mancasse il vento, noi faremmo come Agamennone: sacrificheremmo una fanciulla. Grazie a Dio, ne abbiamo in abbondanza. Ma non abbiamo una sola barca, ecco il guaio. Ci dicono che arriveranno; e fino a quando avrò questa speranza, credetemi, signora, che non volgerò lo sguardo indietro, verso i luoghi dove voi abitate, anche se tanto mi piacciono. Voglio vedere la patria di Proserpina, e sapere perchè il diavolo ha preso moglie proprio in quel paese."


[lettera di P.L.Courier 1806 tratta da "Sicilia. La fabbrica del mito" M.C.]










"La leggenda narra di Proserpina, figlia di Cerere, che, mentre raccoglieva fiori nei pressi del Lago di Pergusa, vicino ad Enna, fu rapita dal dio degli Inferi, Plutone, e fatta sua sposa. Cerere la cercò in lungo e largo per nove giorni; la dea della Fertilità trascurò così il suo dovere e le messi cominciarono a venir meno.Il decimo giorno,Giove, preoccupato per la carestia cui poteva essere soggetto il genere umano, fece svelare a Cerere il luogo dove l’amata figlia era stata violentemente trascinata; inoltre, in seguito alle disperate suppliche della madre, il padre degli dei acconsentì che madre e figlia potessero vivere insieme, ma solo per un periodo dell’anno (secondo il mito omerico, Proserpina ritornava sulla terra, al fianco della madre, per sei mesi l’anno, mentre per i restanti sei tornava nell’Ade assieme al marito; il mito orfico, invece, ci racconta di quattro mesi trascorsi nel regno dei morti e di otto nel regno dei vivi).









I miti sono sempre carichi di fascino, soprattutto se son riconducibili a luoghi o fatti tangibili.
In questo caso: l'alternarsi delle stagioni e la Riserva Naturale del Lago di Pergusa, vicino ad Enna.

Matteo Collura, in riferimento al Ratto di Proserpina, parla ironicamente della "madre di tutte le fuitine".
Fuitina che significa: fuga, scappatella. Un modo per mettere i genitori di ragazzi innamorati davanti al fatto compiuto e permettere così che si uniscano in matrimonio. Il fatto sconvolgente è che fino al 1981, la fuitina, senza il consenso della ragazza, quindi la violenza subita da questa, non veniva punita se il lui coinvolto acconsentiva a sposarla. Un modo terribile per legalizzare una pratica barbara e umiliante, giocare sull'onore di una ragazza in età da marito, in una società che non perdona la perdita della verginità prima del matrimonio. L'autore ci riporta un caso di ribellione a questo schema precostituito. La vicenda che ha visto coinvolta Franca Viola, nel 1965.





« Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l'ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori »
[Franca Viola intervistata da Riccardo Vescovo]







La vicenda di Proserpina, oltre il mito.






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