Cibo di strada, cibo del mercato; sanguinolento e crudo, fresco e vibrante: il vero ventre della Sicilia.
Bancarelle strette l'una accanto all'altra in un dedalo di vicoletti.
Bovini e capre, formaggio e pane, frattaglie e pesci, frutta e verdura.
Arancini.
Panelle...frittelle di farina di ceci che si compravano per strada e si mangiavano con le mani dopo averle arrotolate. Oppure come antipasto, per stuzzicare l'appetito. Calde e gratificanti, croccanti e succulente.
Un fritto retaggio arabo.
Fai bollire l'acqua, aggiungi gradualmente la farina di ceci mescolando sempre nello stesso senso.
Flavia sottolineò l'ultima frase.
Aggiungi prezzemolo tritato e pepe nero.
Cuoci fino a che l'impasto non si stacca dalla padella.
Versa su una superficie oleata.
Livella.
Fai rafreddare.
Taglia a rettangoli.
Friggili fino a farli diventare dorati.
Aggiungi succo di limone.
Pronti.
Panelle da Ricette di Sicilia
500 grammi di farina di ceci
1,5 litri circa di acqua
Sale e pepe q.b
Un ciuffo di prezzemolo tritato
Olio di semi per friggere
1,5 litri circa di acqua
Sale e pepe q.b
Un ciuffo di prezzemolo tritato
Olio di semi per friggere
Far sciogliere, a freddo, la farina di ceci nell’acqua,con il sale e il pepe, facendo molta attenzione che non si formino grumi. Cuocere a fuoco basso, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno (bisogna fare attenzione a non farla attaccare al fondo della pentola), fin quando otterremo una crema piuttosto morbida ma ben compatta. Prima di fine cottura, continuando a mescolare, aggiungere il prezzemolo tritato.
A questo punto spalmare l’impasto ottenuto su delle apposite formine di legno. Io lo spalmo, ad uno spessore di 2-3 mm., su dei piatti piani (vanno bene anche piattini da caffè). Fare raffreddare e, se abbiamo usato i piati piani, tagliarle in quattro. Scollare le panelle molto delicatamente dai piatti, adagiarle in un altro piatto (si possono anche sovrapporre) e friggerle (possibilmente in friggitrice) in abbondante olio bollente. In pochi minuti saranno imbiondite e le metteremo su carta assorbente da cucina. Vanno mangiate calde con appositi panini (“mafalde”, “mafaldine”, ecc.), ma in mancanza va bene qualsiasi pane bianco.
A questo punto spalmare l’impasto ottenuto su delle apposite formine di legno. Io lo spalmo, ad uno spessore di 2-3 mm., su dei piatti piani (vanno bene anche piattini da caffè). Fare raffreddare e, se abbiamo usato i piati piani, tagliarle in quattro. Scollare le panelle molto delicatamente dai piatti, adagiarle in un altro piatto (si possono anche sovrapporre) e friggerle (possibilmente in friggitrice) in abbondante olio bollente. In pochi minuti saranno imbiondite e le metteremo su carta assorbente da cucina. Vanno mangiate calde con appositi panini (“mafalde”, “mafaldine”, ecc.), ma in mancanza va bene qualsiasi pane bianco.
["La villa degli aranci fioriti" Juliet Hall]
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