"Gli uomini passano, le amiche restano,
i peperoni ritornano."
i peperoni ritornano."
Tre amiche.
Tessa.
Avvocato sfruttato e sottopagato.
Fidanzata insoddisfatta.
Foodblogger alle prime armi.
Accumulatrice (in gran segreto) di vari ed eventuali utensili da cucina.
Indecisa dalla nascita. Ossessionata da liste, ricette e piani da seguire.
Non sopporta le quantità imprecisate richieste nella preparazione dei piatti.
Desidera andare oltre i QB della propria vita e scoprire la ricetta della felicità. Quella che sui manuali di cuicna non si trova ma che le chiacchiere tra gastrofissati le regalano nelle sue notti insonni.
Agata.
Giornalista di moda e lifestyle.
Una taglia 46 che cerca di farsi largo, su tachi vertiginosi, in un mondo di ostentate 38.
In un continuo rapporto di amore e odio con il cibo e le proprie forme.
Non sa cucinare ed è sempre a dieta.
Sogna un amore da favola e un uomo perfetto per lei.
Appassionata di film e serie tv. Snocciola sempre la citazione giusta al momento giusto!
Cecilia.
Giardiniera EcoChic.
Vegetariana.
Sostenitrice del biologico e del cibo a KmZero.
Non ha un telefono e gira in bicicletta.
Mamma di un panetto di lievito madre di nome Romeo.
Bellissima e impegnata.
Passa da un uomo all'altro, come Agata cambia le scarpe.
"Tre persone non potevano essere più diverse a tavola:
Cecilia era una millefoglie di tofu marinato con crema di radice di
prezzemolo e pâté di pomodori biologici ("che coltivo sul mio terrazzo!")
Agata un hamburger dietetico di fassona piemontese,
con maionese light e patatine fritte ("sono verdura, no?")
io ero una carbonara incerta, con la pancetta al posto del guanciale,
con abusi di panna, perennemente indecisa tra il pepe sì o il
pepe no, e se uovo intero o solo tuorlo.
Nonostante tutto, eravamo amiche,
condividevamo la passione per il cibo e la buona cucina,
oltre che i nostri più reconditi segreti.
E lo facevamo il venerdì sera."
Cecilia era una millefoglie di tofu marinato con crema di radice di
prezzemolo e pâté di pomodori biologici ("che coltivo sul mio terrazzo!")
Agata un hamburger dietetico di fassona piemontese,
con maionese light e patatine fritte ("sono verdura, no?")
io ero una carbonara incerta, con la pancetta al posto del guanciale,
con abusi di panna, perennemente indecisa tra il pepe sì o il
pepe no, e se uovo intero o solo tuorlo.
Nonostante tutto, eravamo amiche,
condividevamo la passione per il cibo e la buona cucina,
oltre che i nostri più reconditi segreti.
E lo facevamo il venerdì sera."
Cosa accomuna tre donne così diverse?
L'amicizia. Ovviamente.
E il cibo.
Ogni venerdì si ritrovano a cena.
A rotazione preparano qualcosa di speciale per le amiche.
I piatti sono sempre accompagnati dal vino di Eugenio.
Enologo poeta che arricchisce con brevi poesie le bottiglie scelte con cura.
Tutte sognano qualcosa di diverso.
Tutte necessitano un taglio radicale.
Un cambiamento.
Un amore da sogno e un lavoro appagante.
A volte i momenti di crisi si trasformano in opportunità.
Permettono finalmente di fare delle scelte che vanno oltre la ricetta preconfezionata.
Spaziare e dare forma ai propri sogni.
Essere se stesse.
Vivere.
"Poi per un istante dimenticai tutto e pensai solo a me. Soltanto a me.
E mi venne in mente una frase: «Diffidate dei libri di ricette».
Me la ripetevo da qualche giorno senza sapere dove l’avevo sentita.
Forse era una delle mille citazioni che Agata mi aveva detto, prendendola da un film di Nora Ephron, o forse Cecilia l’aveva letta in un articolo di Rudolf Steiner.
Tutto mi remava contro, non avrebbe retto, ma sentivo che era la cosa più saggia che avessi potuto fare.
Non c’era una ricetta al mondo che avrebbe confermato la riuscita della mia idea.
«Diffidate dei libri di ricette»,
non riuscivo a togliermi quella frase dalla testa.
Ero in cima,
vedevo tutta la città e mi sentivo minuscola e grandissima allo stesso tempo.
Le mie convinzioni, le mie ricette, i miei schemi mentali, il mio vivere nascosta rispetto a quelli che erano i miei sogni mi sembravano piccolezze rispetto all’immensità della vita e alla sua fugacità: non dovevo lasciarmi vivere, dovevo essere la protagonista della mia vita e delle mie scelte.
«Prendi in mano la tua vita.
Sbaglierai, farai cazzate ma prendi in mano la tua vita», mi dissi.
E allora mi sentii gigantesca e fortissima.
Avevo preso la mia decisione: l’avrei fatto.
Sì, l’avrei fatto.
Che emozione nuova prendere una decisione, io non ci ero abituata!"
Un libro di cucina puo' rivelare segreti che abbiamo sempre conosciuto.
Un panetto di pasta madre puo' essere un buon banco di prova per i tempi che verrano.
Una bottiglia di vino puo' nascondere storie e misteri.
Una taglia quarantasei puo' far perdere la testa a un uomo che sta dall'altra parte del globo.
Un frutteto di piante dimenticate farci ritrovare le nostre radici, il nostro legame con la terra e noi stessi.
Un libro attuale. Fotografia dei nostri tempi bislacchi.
Dove i sogni si fanno largo nel caos di tutti i giorni.
Dove l'amore è possibile.
Dove volere è, qualche volta, potere.
Dove si correi il rischio di accettare le sfide che la vita ci propone.
Dove l'amicizia è una coperta calda, una crostata appena sfornata e il non dover chiedere mai.
Delicato, divertente e romantico.
Si legge tutto d'un fiato.
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