"L'ultimo cartoncino del mucchietto è azzurro. Diverso dagli altri.
E' una scrittura che non conosco.
Non ho mai utilizzato questa ricetta.
Brownies del Pianto di Mezzanotte, dice.
E' una scrittura inclinata, una mano leggera e femminile.
L'inchiostro quasi si fatica a leggerlo.
Forse chi l'ha scritta non calcava abbastanza.
Se mi sforzo, tuttavia, capisco ogni parola.
Potrei scegliere questa ricetta.
Chi l'ha scritta?
Il nome mi fa pensare ad una persona triste, che piangeva di notte, al buio.
Che motivo aveva per essere triste? Triste come me?
[...]
Analizzo la ricetta, confrontandola con altre versioni che conosco.
Prendo -La gioia della cucina- dalla parte di scaffalature della mamma e trovo senza fatica la pagina dei Brownies Cockaigne.
I preferiti di Amanda.
Pirofila più piccola, quantità superiore di ingredienti.
Polvere di caffè, interessante.
Il doppio dello zucchero e della farina, la giusta proporzione.
Zucchero greggio, che dovrei avere, anche se il sapore dovrebbe essere a metà tra quello raffinato e quello scuro, quindi in caso l'avessi finito potrei fare metà di uno e metà dell'altro.
Niente cioccolato, solo cacao.
Probabilmente questi sono più soffici, più simili ad un tortino, non sono quelli compatti e fondenti.
Il sale è una differenza evidente.
[...]
Mi immergo nella ricetta e mi rilasso.
Rivesto una pirofila quadrata di venti centrimeti di lato con la stagnola e la ungo, con le dita sporche d'olio, attenta a seguire tutti i punti nell'ordine in cui sono scritti.
La calma me la dà il ritmo.
Accendere il forno per riscaldarlo, con un clic e un lieve sibilo della fiamma azzurra.
Sciogliere il burro, mescolarci dentro il cacao e la polvere di caffè.
L'impasto si raffredda leggermente mentre mi ocupo del resto degli ingredienti.
Rompere le uova in una ciotola più grande e sbatterle a mano, riempiendo d'aria gli spazi tra le molecole.
Zucchero dorato che piove sulla schiuma, sbattere ancora, la nuova mistura oppone resistenza alla frusta con la tenacia della sabbia mobile.
Ci siamo quasi.
aggiungo la mistura con il burro, poi la farina e la vaniglia, mescolando il meno possibile.
Il tocco leggero è essenziale.
Mescolare troppo appiattirebbe la pastella.
Un nastro scintillante di pastella densa e marroncina si posa nella pirofila rivestita di stagnola.
Ricca e pesante, collassa sotto il suo stesso peso.
Vi spargo un po' di sale e infilo subito in forno, così la pastella non perde altra aria.
Con il cucchiaio di legno non riesco a pulire bene la ciotola, ma ho almeno trenta minuti prima che i brownies si cuociano.
La pastella densa e scura ricopre l'interno della mia bocca.
Il Gusto amaro del caffè attenua il sapore dolce.
[...]
Nella mezzora che segue i brownies si gonfiano, fanno la crosta, si posano, come tutti i brownies del mondo.
A trenta minuti esatti li provo, aspetto altri tre.
Alla seconda prova lo stuzzicadenti esce pulito, appena sporco di cioccolato.
Sono pronti."
Oggi scelgo questa ricetta perchè un brownies consolatorio mi ci vorrebbe proprio.
Piccole delusioni, piccoli screzi e qualche lacrima.
Ma tutto passa. E fuori c'è di nuovo il sole..
Commenti
Posta un commento