Passa ai contenuti principali

"Exit" Alicia Giménez-Bartlett

Exit. Uscita. Sortie. Salida.
Quante volte abbiamo letto questa parola sopra una porta.
Quanti significati abbiamo dato a quelle poche lettere.



Exit è il nome di una residenza di campagna. Lontana da tutto e tutti.
Non ci è dato sapere dove si trovi di preciso. Sappiamo che è in Europa. E che è di passaggio per andare a Vienna.
Luogo fuori dal tempo, dà l'impressione di esser in un'epoca diversa da quella reale.
Passeggiate, cene, serate in biblioteca son gli svaghi dei quali godono gli ospiti paganti e i dottori che vegliano su di loro. Il clima è quello di un'ottocentesca dimora per ricchi. Le incursioni attuali si fanno però sentire in piccoli acceni, come l'idea di prendere l'aereo o lo sviluppo tecnologico della Cina.

Dove si trova Exit? In che epoca ci troviamo? Chi sono veramente le persone che han deciso trascorrervi l'ultima estate prima di varcare la soglia?

"Questa è la cosa magnifica che ho scoperto a Exit: che si puo' vivere nella pura teoria. Lo spazio non esiste, il tempo non esiste, i fatti non esistono: la realtà è quella che ci inventiamo noi giorno per giorno."

La bella Clarissa. L'ex Ministro per la Condizione Maschile, Pamela. Il finanziere Finn. La vedova Tevener. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere. Il poeta Léonard.
Tutti riuniti per mettere in scena la loro uscita di scena.
Imparano a conoscersi e a condividere gioia e dolore.
Qualcuno perde la strada e qualcuno ritrova un nuovo senso della vita.
Il tutto accompagnato da buona musica, buon vino e buon cibo.

"La cena si svolse nel più incantevole dei modi. La brezza che spirava nel giardino non arrivava a spegnere le candele, e gli insetti notturni parevano essersi messi d'accordo per non disturbare: i loro stridii non erano inaspettati e violenti come in altre sere e creavano perfino un delicato sottofondo."




"E in quel momento apparvero, sotto cupole d'argento, scintillanti polli dorati, succose pernici in salmì, miriadi di pisellini di un verde prodigioso, pasticci di fegato in pasta sfoglia, soffici montagne di purè di patate, allegre distese di insalate multicolori."
"Matea tornò con il carrello dei dolci carico di frutti di bosco, pasticcini, gelati, confetti e marron glacè..   
Tutti gli ospiti, ormai sazi, si lasciarono catturare dalla magia dei dolci, la cui abbondanza pareva voler dire loro che mangiare non era una necessità, nè lo sarebbe mai stata a Exit, effimero paese della cuccagna perfettamente organizzato e felice."

Marron Glacè  by  [LaCucinaItaliana]


 - Lasciate i marroni a bagno in acqua fredda per una notte per ammorbidirli, quindi liberateli dalla scorza esterna legnosa.












- Scottateli poi per 2' in acqua bollente e pelateli eliminando la pellicina. Nel far questo prelevateli uno alla volta, lasciando tutti gli altri in caldo nell’acqua, poiché se si raffreddano diventa impossibile pelarli.












- Racchiudete i marroni pelati in sacchetti di garza spessa, stipandoli bene senza lasciare spazio tra uno e altro: non si devono muovere in cottura, altrimenti si rompono. Lessateli a 95 °C per 2 ore, badando di non farli bollire, e lasciateli poi raffreddare nella loro acqua. Una volta ben freddi, scolateli molto delicatamente e fateli riposare per una notte, sempre chiusi nei loro sacchetti.












- Unite g 750 di zucchero semolato in circa litri 1,5 di acqua (il volume complessivo dello sciroppo dovrà coprire i marroni). Fate bollire per 1' e mezzo con mezzo baccello di vaniglia, quindi spegnete il fuoco.












- Immergete i sacchetti in questo sciroppo, coperchiate la casseruola e infornatela a 50 °C per 24 ore.












- Sgocciolate poi i sacchetti.

-Aggiungete allo sciroppo g 100 circa di zucchero semolato, fate bollire per 2' e spegnete il fuoco.

- Immergetevi di nuovo i marroni, coperchiateli e lasciateli riposare per 3 giorni. Trascorso questo tempo sgocciolateli e ripetete l’operazione per altre 2 volte, aggiungendo ogni volta g 100 di zucchero semolato nello sciroppo. In tutto, i marroni dovranno stare a bagno nello sciroppo per 9 giorni. Al termine sgocciolateli e liberateli dai sacchetti.



- Accomodateli poi su una gratella e glassateli con un composto fluido, ottenuto diluendo con un po’ di acqua lo zucchero a velo. Alla fine passateli ad asciugare in forno a temperatura massima per 1'.












________________________________________________________


"Se mi permettete di esprimere un parere, vi dirò che sono perfettamente d'accordo con Madame Tevener. in qualità di psicologa, tengo a farvi notare che il buonumore che si crea durante i pasti ha in genere una durata di tre o quattro ore.." 

Commenti