Il tempo dell'attesa è finito.
I Cazalet sono tornati.
Se avete amato Gli anni della leggerezza e avete atteso il seguito con grande aspettativa o semplicemente vi siete lasciati incuriosire da questa saga familiare, sappiate che Il tempo dell'attesa non vi deluderà, anzi, ravviverà in voi la smania di saperne di più.
I Cazalet non bastano mai.
Il volume precedente lascia la famiglia nell'estate del 1939, stordita dalla possibilità di un secondo conflitto, preoccupata per la possibilità di perdere le persone amate sotto le bombe.
Ed è proprio qui che li ritroviamo. In campagna, riuniti a prendere decisioni cruciali per tutto il clan.
La bellezza di questo nuovo capitolo è dovuta ai nuovi punti di vista narrativi, quelli delle giovani ragazze Cazalet. I loro sogni, le loro aspirazioni e le vite che stanno cercando di crearsi, nonostante il conflitto, hanno un fascino incredibile sul lettore.
Sono universi complessi e in continuo mutamento.
Louise ha lasciato la casa dei genitori per frequentare una scuola per signorine, un modo per sfuggire ai mostri che abitavano i suoi sonni, senza abbandonare il progetto di frequentare la tanto desiderata scuola di recitazione, per diventare una grande attrice.
Alla scuola per signorine scoprirà il valore dell'amicizia più sincera e profonda e si legherà ad una ragazza, Sara Rose, la cui famiglia l'accoglierà in un mondo fatto di mondanità londinesi e infiammate discussioni di attualità, politica e letteratura, nonché di concerti e progetti per il futuro.
Polly e Clary invece frequentano ancora le lezioni di Miss Milliment. Una donna che oltre l'apparenza dimessa nasconde una grande intensità di sentimenti, comprensione ed intelligenza. E' lei quella che più da vicino osserva e aiuta le due ragazze a superare le prove e i dubbi che la vita e la guerra instilleranno nei loro cuori di giovani donne, figlie ed amiche. Due caratteri opposti eppure così affiatati nel darsi reciproco supporto. Sono le mie preferite, lo ammetto.
I piccoli sono una marmaglia disordinata e rumoreggiante divisa tra i nuovi nati e i bambini di casa, Lydia e Neville, due pesti con caratterini difficili da domare che, a differenza delle sorelle maggiori, vengono totalmente affidati alle cure di bambinaie e spesso lasciati soli a combinar disastri.
Gli adulti sono distratti, distanti, troppo presi a risolvere i propri problemi, spesso futili o sottovalutati rispetto alla loro reale entità. L'amore e il desiderio distorcono la realtà a favore di storie irrealizzabili o di pura fantasia. Sono adolescenti egoisti in corpi di adulti quelli che si aggirano per questo romanzo. Sotterfugi, bugie e omissioni regolano la vita di coppia dei Cazalet, nonostante le apparenze mostrino incrollabile affiatamento e sincerità.
Tutto però è destinato a cambiare.
«Ho capito cosa vuoi dire. È una specie di trappola.
Uno non dice le cose alle persone a cui vuole bene. Invece
io penso che più vuoi bene a qualcuno, più dovresti dirgli
tutto, anche le cose brutte. Credo che dirsi le cose sia il
più grande gesto d’amore»
Il romanzo si conclude nei giorni del tragico attacco a Pearl Harbor. Paure, dubbi e speranze animano i cuori di grandi e piccoli. Ognuno ha una sua personale visione del mondo e del futuro che i nuovi scenari di guerra stanno aprendo dinnanzi a loro. La guerra, una presenza costante che aleggia sulle vite apparentemente sempre uguali dei protagonisti. Un peso sul cuore che non scalfisce l'atmosfera del romanzo. Mi ricorda un po' il tempo sospeso del romanzo L'ultimo settembre di Elizabeth Bowen.
Le situazioni in sospeso, alla chiusura dell'ultima pagina, sono moltissime. Situazioni in bilico, in divenire o sul punto di nascere. Nonostante le consuete seicento pagine, il libro scorre piacevolmente veloce. Le descrizioni della natura umana e dei rapporti sono estremamente dettagliate e realistiche, i personaggi si materializzano in tutta la loro essenza fisica e pschicologica. I rapporti sono intessuti con maestria e l'attenzione viene catturata dalla prima all'ultima pagina.
Non vedo l'ora di leggere il seguito,
ma questo lo sapete già!
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