Ricette tramandate, la vecchia Agenda della Mamma e la Torta di Riso da "Manuale di Cucina Sentimentale" M.L.
Io ero andata a trovare mia madre per aggiornarla sulla settimana più turbolenta della mia vita.
La trovai che stava facendo la torta di riso.
Conoscevo a memoria quei suoi gesti sempre identici: apriva lo sportello dell’armadietto della sua cucina, e tirava fuori un’agenda del 1979, l’anno in cui i miei genitori si erano sposati.
L’agenda in pelle marrone, ormai non aveva più pagine libere perché in ogni giorno era stata scritta una ricetta, e in più in ogni pagina erano incollati ritagli, vecchie bustine di lievito con impresse ricette, brandelli di riviste femminili con consigli di economia domestica, cartoncini di confezioni di pasta con ricette.
Un tripudio di ricette, scritte con diverse calligrafie, quelle di mia madre giovane e appena sposata, di mia madre frettolosa che si appuntava una ricetta vista in tv, e di madre per la quale il tempo era passato.
Poi c’erano quelle in prestito, scritte su foglietti a righe o di vecchi bloc-notes, e tutte avevano un nome di donna.
C’era la focaccia di Elide, le polpette di Bruna, le frittelle di semolino di Angelina, lo stufato di Federica, il ri- sotto di Claudia, l’arrosto di Giuliana, la zuppa di Giovanna.
Erano le sue amiche, le zie, le vicine di casa.
Ognuna presente in quell’agenda.
Ognuna con il suo ingrediente segreto, il suo consiglio.
Erano anch’esse delle "Eat Girls".
Mia madre. L’avevo guardata per anni, conoscevo ogni sua piega, del viso e del carattere.
Ma quel pomeriggio la vidi come una donna e non come una madre, non come la madre con la quale ci eravamo torturate ogni istante della nostra vita.
La vidi come una donna, con un diario di ricette.
La vidi come me, identica.
Io avevo un blog, lei una vecchia agenda.
Per la torta di riso occorreva far bollire il riso nel latte, aggiungere il cedro candito, le mandorle, le uova, la scorza di limone e il liquore di mandorle amare.
Quella torta gliela aveva insegnata sua madre, mia nonna, ma mia madre non era ancora riuscita a farla identica a quella della nonna.
La torta di riso di mia madre aveva un sapore completamente diverso, anche un aspetto diverso.
E così mi immaginavo la scena spostata indietro di trent’anni, quando mia madre era nella cucina della nonna, con la quale si torturavano a vicenda, e magari anche lei forse aveva disatteso tutte le sue aspettative.
Mia madre non guardava la ricetta, apriva la sua agenda, ogni volta, ma non la guardava.
Era piena di ricette, ma non le seguiva.
["Manuale di cucina sentimentale" Martina Liverani]
La trovai che stava facendo la torta di riso.
Conoscevo a memoria quei suoi gesti sempre identici: apriva lo sportello dell’armadietto della sua cucina, e tirava fuori un’agenda del 1979, l’anno in cui i miei genitori si erano sposati.
L’agenda in pelle marrone, ormai non aveva più pagine libere perché in ogni giorno era stata scritta una ricetta, e in più in ogni pagina erano incollati ritagli, vecchie bustine di lievito con impresse ricette, brandelli di riviste femminili con consigli di economia domestica, cartoncini di confezioni di pasta con ricette.
Un tripudio di ricette, scritte con diverse calligrafie, quelle di mia madre giovane e appena sposata, di mia madre frettolosa che si appuntava una ricetta vista in tv, e di madre per la quale il tempo era passato.
Poi c’erano quelle in prestito, scritte su foglietti a righe o di vecchi bloc-notes, e tutte avevano un nome di donna.
C’era la focaccia di Elide, le polpette di Bruna, le frittelle di semolino di Angelina, lo stufato di Federica, il ri- sotto di Claudia, l’arrosto di Giuliana, la zuppa di Giovanna.
Erano le sue amiche, le zie, le vicine di casa.
Ognuna presente in quell’agenda.
Ognuna con il suo ingrediente segreto, il suo consiglio.
Erano anch’esse delle "Eat Girls".
Mia madre. L’avevo guardata per anni, conoscevo ogni sua piega, del viso e del carattere.
Ma quel pomeriggio la vidi come una donna e non come una madre, non come la madre con la quale ci eravamo torturate ogni istante della nostra vita.
La vidi come una donna, con un diario di ricette.
La vidi come me, identica.
Io avevo un blog, lei una vecchia agenda.
Per la torta di riso occorreva far bollire il riso nel latte, aggiungere il cedro candito, le mandorle, le uova, la scorza di limone e il liquore di mandorle amare.
Quella torta gliela aveva insegnata sua madre, mia nonna, ma mia madre non era ancora riuscita a farla identica a quella della nonna.
La torta di riso di mia madre aveva un sapore completamente diverso, anche un aspetto diverso.
E così mi immaginavo la scena spostata indietro di trent’anni, quando mia madre era nella cucina della nonna, con la quale si torturavano a vicenda, e magari anche lei forse aveva disatteso tutte le sue aspettative.
Mia madre non guardava la ricetta, apriva la sua agenda, ogni volta, ma non la guardava.
Era piena di ricette, ma non le seguiva.
TORTA di RISO da tortadiriso.it
150 gr di riso tipo Roma
750 ml di latte possibilmente fresco
3 uova
170 gr di zucchero
80 gr di burro
50 gr di pinoli
50 gr di uva passita
rum scuro o cognac
cannella in polvere e in stecche
1limone
sale fino
Come prima cosa mettete l'uva passa a bagno con un pò di rum.
750 ml di latte possibilmente fresco
3 uova
170 gr di zucchero
80 gr di burro
50 gr di pinoli
50 gr di uva passita
rum scuro o cognac
cannella in polvere e in stecche
1limone
sale fino
Come prima cosa mettete l'uva passa a bagno con un pò di rum.
In un recipiente fate bollire il latte con dentro una stecca di cannella, 50 gr dello zucchero previsto e un pizzico di sale.
Aggiungete il riso e a fuoco basso continuate la cottura fin quando il riso non avrà interamente assorito il latte.
Mentre il riso si raffredda, in un altro recipiente, sbattete le uova con lo zucchero rimasto e solo quando il riso si è completamente raffreddato aggiungetelo senza la stecca di cannella.
Mescolate bene, aggiungete il burro completamente sciolto, le uvette bagnate nel rum (dopo averle fate sgocciolare) i pinoli, 1 cucchiaino di polvere di cannella e la scorza di limone grattuggiata.
Dopo aver opportunamente amalgamato il composto versatelo in una teglia antiaderente e terminate spolverando la superfice con un pò di zucchero e qualche pinolo che avrete lasciato indietro durante la preparazione della torta.
Preriscaldate il forno a 180° e, a forno ben caldo, cuocete per oltre un'ora.
Una volta cotta la torta di riso attendete che si raffreddi, tagliatela a cubetti e servite.
["Manuale di cucina sentimentale" Martina Liverani]
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