Dimenticata nella cartella "bozze", eccola qui, la mia recensione dell'ultima fatica di J.K. Rowling.
Il libro inizia in modo molto lento, i protagonisti sono tanti e tutti legati tra loro. Man mano che il quadro si fa più chiaro, aumenta anche il ritmo della narrazione, e ci si ritrova completamente coinvolti e sconvolti dalle vicissitudini presenti, passate e future dei cittadini di Pagford.
Tutti sembrano in qualche modo legati al defunto Barry Fairbrother.
Consigliere, marito, padre, amico, confidente e allenatore di canottaggio.
Tutti, amici e nemici, sentono la mancanza di questa figura solida e solare.
E tutti, allo stesso modo, voglio occupare, pur consapevoli della loro inadeguetezza, quel posto lasciato libero nel consiglio di Pagford.
Inizia così una corsa, senza esclusione di colpi, al seggio vacante.
I protagonisti si mostrano in tutta la loro fragile umanità. I buoni e i cattivi non si distinguono più.
Ognuno di loro nasconde un segreto. Ognuno ha una sua personalissima storia e una visione di quello che dovrà essere il futuro della piccola cittadina.
A rimetterci, come spesso accade, saranno i più deboli. Ma anche i pezzi grossi vedranno crollare tutte le loro certezze.
Messa da parte la magica bacchetta di Harry Potter. La luce del cuore invocata da Silente. E l'amicizia fedele e senza paura dei ragazzi di Hogwarts. Il mondo, quello vero, mostra i suoi angoli cupi, le pieghe nascoste di menti e cuori che, solo una volta liberati da preguidizi e cattiverie, potranno finalmente tornare a battere.
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