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"Thornhill" di Pam Smy





E' questo posto. E' Thornhill.
Mi ha reso un mostro anni fa e ora sta facendo lo stesso con te.



Ella è appena arrivata in città. Vive sola con il padre in una casetta che affaccia sul decadente orfanotrofio di Thornhill. Quella grande casa buia ha su di lei un inspiegabile fascino. Passa le ore ad osservarne i particolari dalla finestra di camera sua, fino alla sera in cui una luce attira la sua attenzione. Ella non ha paura, scavalca la recinzione ed entra nel parco della villa. 
Trent'anni prima, in quel luogo misterioso, vivevano delle ragazze in attesa di affido, le ultime, prima della chiusura. Le ultime prima della tragedia. 

Passato e presente si intrecciano alla perfezione in queste pagine dalle tinte scure. Il diario di Mary, una delle ultime ospiti della struttura, fa da sfondo ad un passato tragico, il presente di Ella, scandito da grandi e dettagliate tavole in bianco e nero, ci porta alla scoperta di Thornhill e dei segreti che ancora custodisce. I suoi riecheggiano nelle stanze vuote. Ricordi riemergono tra l'erba del giardino.


Thornhill è molto silenziosa. 
L'intera casa trattiene il fiato. 
Me ne resto qui chiusa. 
La nuova chiave è mia complice. 
Nessuno può entrare.


Il ritmo della narrazione aumenta man mano che le scoperte di Ella e i colpi alla porta durante le notti insonni di Mary si fondono in puro terrore, le pagine del diario come un canovaccio da seguire, guidati da un invisibile burattinaio. I rimandi a classici della letteratura dalle ambientazioni cupe e dai misteriosi intrecci Il giardino segreto, Jane Eyre, Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde. L'adolescenza e i suoi turbamenti, il rapporto con i genitori, gli amici, le difficoltà ad integrarsi, tutti temi importanti inseriti con grande naturalezza in un racconto con tratti così brutalmente reali da fondersi con i tratti gotici e soprannaturali della storia.



Una narrazione eccellente che tiene incollato il lettore regalando attimi da brivido.






Tump.

Tump.

Tump.








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