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"L'arte della fuga" di Fredrik Sjoberg




Io di Gunnar e della  sua vita dedicata all'America e ai suoi parchi mi sono innamorata. E' successo qualcosa di simile anni fa, con Emily Carr, grazie al libro L'amante del Bosco di Susan Vreeland, Un colpo di fulmine. Entrambi legati alla natura, alla pittura e alla memoria di luoghi ormai irrimediabilmente cambiati e in alcuni casi devastati dall'intervento dell'uomo. I diari di Emily mi son stati regalati da mio fratello, di ritorno da un viaggio in Canada. Per Gunnar dovrò attivare una ricerca tra librerie e negozi dell'usato on line. Si, perché come l'autore di L'arte della fuga, anche io ho una passione per le biografie, i luoghi dove le persone hanno vissuto e la ricerca. Lo si vede dalla mia ossessione fotografica per le vecchie case, le case diroccate e quei particolari che diventano indizi, tracce, tasselli di un mosaico che rappresenta una vita precedente ormai scomparsa da quei luoghi. Gunnar e l'autore si sono incontrati casualmente, durate la caccia ad un pesce più grosso della pittura svedese. Una traccia che era già stata affidata ad un altro studioso, arrivato prima a reclamare la possibilità di raccontare una storia, una vita, un paese. Gunnar porterà l'autore lontano dalla Svezia. Lo trascinerà tra i panorami spettacolari del Grand Canyon e dei verdi parchi americani.  E noi dietro, insaziabili di conoscenza e luoghi, così magistralmente e intimamente descritti.
Ho scoperto tardi che L'arte della fuga è parte di una trilogia. Il terzo e ultimo libro per l'esattezza. Questo perché mi son fatta incantare dal titolo e dal dettaglio di un ramo di pino in copertina. Questo perché non leggo quasi mai fino in fondo i brevi riassunti dei libri. Mi fido del mio istinto e mi lascio incantare dalla scoperta. I risvolti di copertina e le opinioni degli altri li leggo alla fine, per chiarirmi il quadro e confrontare la mia visione con quella di altri. Mi piace pensare che ci sia un filo rosso, fatto di piccoli rimandi, a collegare le mie letture. Una trama interiore che mi porta da un libro all'altro, da un luogo all'altro, attraverso vite scritte, vissute o immaginate.
Incontrare Gunnar è stato magnifico, andare alla ricerca dei suoi quadri e delle foto che lo ritraggono, minuscolo a dipingere luoghi immensi, ha reso tangibili le parole di F.S. e mi ha ulteriormente incuriosita riguardo questo autore da noi sconosciuto. Ora non resta che programmare un viaggio tra le foreste di Emily e i canyon di Gunnar.

Una lettura intima e meravigliosa.




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