Chi ha seguito l'epopea della mia lettura del quasi premio strega La più amata di Teresa Ciabatti, è anche a conoscenza del fatto che il libro e la storia dell'autrice mi han portata ad un approfondimento fatto di interviste e video. Durante questi vagabondaggi tra blog e siti più o meno schierati, ho trovato un riferimento ad un pezzo, pubblicato dall'autrice stessa sul Corriere della Sera, in cui ci porta con lei lungo i mesi, giorni e minuti che la separano dall'accaparrarsi il Premio.
Non starò a dirvi che ne ho lette di ogni su questi stralci dell'autrice e sicuramente saprete che le suddette esternazioni hanno provocato un diverbio con il vincitore Cognetti.
Vi starete chiedendo: perchè mai ci stai raccontando questi fatti triti e ritriti?
Perchè?
Perchè sono rimasta affascinata in modo inaspettato dal racconto di Teresa Ciabatti. La sua cronaca mi ha riportata al libro. La prima cosa che ho pensato leggendo quelle righe, è stata di esser ancora tra le pagine di La più amata. Ho sentito la Voce della protagonista, il suo carattere, la sua vulnerabilità, la sua capacità di creare e distruggere, di mettersi a nudo ed ingannarsi, di allontanare gli altri, pur di avere sempre l'ultima parola.
Mi ha stupita la replica di Cognetti tramite il quotidiano La Repubblica. Mi ha stupita perchè l'autodistruttività della protagonista del racconto di Teresa Ciabatti è così evidente, così forte che quel Nemico (con la N maiuscola) è quasi un complimento. Quella cronaca è pura narrazione, è la conclusione del romanzo. La chiave per leggere quelle pagine a tratti odiose, a tratti penose. La bambina scelta per esser la protagonista del balletto odiata dalle altre perchè non meritevole, la ragazza con la piscina ma senza amici con cui tuffarcisi, l'autrice predestinata dai media e stroncata nel finale da una persona gentile, così gentile da essere allontanata e onorata con una N maiuscola.
Forse è pura follia ma io in quelle righe ho letto un tributo, un mettersi a nudo con tutti i propri difetti e la conclusione potente del romanzo.
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