Ottavo capitolo della serie che vede protagoniste la città di Edimburgo e la filosofa Isabel Dalhousie. Le atmosfere e la narrazione sono meravigliose come sempre. L'intreccio giallo è interessante e non banale. Purtroppo si perde un po' la trama delle relazioni. Cat è una macchietta a cui succede qualcosa che però non viene spiegato in modo chiaro. Potrebbe avere problemi sia lavorativi che di cuore ma nessuno dei due filoni viene approfondito, anche il rapporto con Isabel sembra freddo e pieno di preconcetti inutili. Lo stesso vale per Jamie che cucina sempre le solite patate [vedi ricetta], suona il controfagotto e si, ama Isabel ecc ecc ma non ha spessore. Jamie dove sei???
E poi ci sono Grace la governante e Charlie il bambino che tutti amano, due esemplari che scorrazzano in libertà senza particolari restrizioni, nonostante non sempre si comportino in modo corretto, sopratutto Grace.
La verità è che sono rimasta un po' delusa da questo nuovo libro tanto atteso. Sembra un miscuglio di cose già viste e sentite. Isabel pensa troppo, non c'è azione e la trama delle vite dei protagonisti non sembra avanzare, stagnando sempre allo stesso punto. Accade però qualcosa, nelle ultime due pagine che appiana un po' questo sentimento di insoddisfazione. Sono due pagine bellissime, cariche di sentimento e delicata raffinatezza. Pagine da cui io sarei volentieri partita, invece che giunta sul finale, ma che spero diano nuova linfa al prossimo libro.
La scrittura di McCall Smith e la raffinata figura di Isabel regalano brio anche alle trame meno avvincenti.
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