Non ho mai scritto di documentari, film o serie tv. Sono sempre rimasta fedele al connubio libri-cibo, forse perchè non ho mai trovato qualcosa che mi colpisse come il documentario su Lady Gaga.
Tempo fa ho letto e conservato un'intervista che le era stata fatta poco prima dell'uscita di Joanne. Mi avevano colpita la sua umanità, l'intelligenza, l'emotività e la grande forza interiore. Ho pensato: wow. Consapevole dell'aura dorata applicata da certe riviste patinate, ho conservato quelle pagine nella mia cartelletta delle Donne da cui trarre ispirazione, pronta per una rilettura ispiratrice o una critica smentita.
Il documentario segue Gaga nelle ultime fasi di registrazione, promozione, uscita di Joanne e si conclude con lo show da brivido al Super Bowl.
C'è tanto cuore, nelle parole e nei gesti di questa artista. Ci sono delusioni d'amore contrapposte ad successo planetario, una famiglia amorevole e presente, amici con cui festeggiare, dolori fisici insopportabili che le impediscono di continuare il tour e un gruppo di persone al seguito, sempre pronto ad intervenire in caso di bisogno. C'è il pensiero fisso per chi queste cure non le puo' ricevere quotidianamente e la paura di mostrarsi fragile, senza la corazza di parrucche e abiti scultura a modellare un corpo che si sta ribellando.
Un metro e sessanta scarso (five foot two) di pura energia e umanità. Una ragazza che ha scelto di mostrarsi in tutta la sua fragilità, rischiando di perdere tutto o di farsi amare ancora di più.
Emozionante.
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