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"Il ballo" Irène Némirovsky






Un ballo.
Quale modo migliore per introdurre la propria famiglia in società?


"Antoinette sapeva che prima era stato impiegato alla Banca di Parigi, e prima ancora, usciere alla porta della banca, in livrea blu... Poco prima della nascita di Antoinette, aveva sposato l'amante, la signorina Rosine, dattilografa del capo. Per undici anni avevano vissuto in un piccolo appartamento buio, dietro l'Opéra-Comique. Antoinette si ricordava di quando la sera copiava i compiti sul tavolo della sala da pranzo, mentre la cameriera lavava i piatti facendo un gran fracasso in cucina e la signora Kampf leggeva romanzi, comoda, proprio sotto la lampada, una grossa palla sospesa di vetro smerigliato in cui brillava il getto vivo del gas.

A volte, la signora Kampf  tirava un profondo sospiro irritato, così forte e improvviso da far sussultare Antoinette sulla sedia. Kampf le chiedeva "Cosa c'è ancora?", e Rosine rispondeva: "Mi fa male pensare al fatto che ci sono persone che vivono bene e sono felici, mentre io passo i migliori anni della mia vita in questo lurido buco di casa a rammendare i tuoi calzini.."



Una famiglia di origini ebree arrichitasi grazie ad un colpo fatto alla Borsa da Alfred Kampf.
Ebreo scarno con gli occi di fuoco, soprannominato "Feuer", dai suoi colleghi di Borsa.

Marito di Rosine Kampf, donna vanitosa e terrorizzata all'idea di invecchiare o di non riuscire ad entrare nel mondo dei ricchi per godere di feste ed inviti a cene e tè.

Padre di Antoinette. Timida ragazzina di quattordici anni, trattata dalla madre come una bambina, rivela invece una forte voglia di vivere liberamente e di decidere per se stessa. Costretta a seguire lezioni di piano e a mantenere un contegno adatto al loro nuovo status, Antoinette, cova un profondo odio per quella madre che la opprime e la umilia a vantaggio di se stessa, e medita una vendetta che le spezzerà il cuore e farà crollare i suoi castelli di carta.


La signora Kampf di colpo esplose:
"Questa poi! Che roba!", gridò con una voce arrochita dall'ira.
"Questa ragazzina, questa mocciosa, andare al ballo, ma guardate un po'!
Aspetta un po', ti farò passare io tutte queste manie di grandezza, figlia cara...
Ah! Tu pensi che il tuo debutto in società sia l'anno prossimo?
E chi sarebbe che ti ha messo in testa questa convinzione?
Sappi, bella mia, che io comincio soltanto adesso a vivere, io, capito?
Io, e non ho alcuna intenzione di farmi intralciare da una ragazza da marito.."



[Alfred Eisenstaedt, Molyneux atelier, Paris, 1934]





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