Sono tornata da Roma. Lunedì sera.
Son stati giorni pienissimi di cose da vedere ma i miei piedi han sopportato tutti i passi fatti.
Mi son riempita gli occhi di meraviglia.
La pancia di delizie.
La testa di pensieri.
La cosa che più ho amato, forse perchè ogni mattina e sera mi toccava passarci sopra per raggiungere il centro o tornare a casa, ai piedi del Gianicolo. E' il Tevere.
Il fiume, i suoi colori, i ponti e il profilo della città piena di cupole, campanili e terrazzi.
I platani che calano le loro lunghe braccia sull'acqua.
Le luci che cambiano e ingentiliscono i profili.
Ho scoperto angoli bellissimi e pieni di piccoli gioielli.
Trastevere e la sua chiesa piena di mosaici.
Le fontane sparse in ogni angolo.
Le piccole librerie dell'usato!
I piccoli dettagli di epoche passate che emergono da palazzi e strade.
L'isola Tiberina.
I panni stesi e il profumo di cibo per i vicoletti bui.
La gente calorosa e chiacchierona.
I gatti che abitano le zone piene di resti romani.
Le cupole che svettano qua e là. Riconoscibili anche da lontano.
La ciclabile lungotevere. Resa, purtroppo, impraticabile dal fiume troppo pieno.
I fiorai di Campo dei Fiori.
Le bancarelle piene di frutta e verdura coloratissima disposta in enormi cesti.
Le vecchine che spulciano le foglie brutte e chiacchierano con i passanti.
I nomi delle vie.
Il vecchio ghetto ebraico con le pasticcerie tipiche.
La pasta cacio e pepe!! Un incontro incredibilmente gustoso!
Questo mi è rimasto dentro.
Il dentro ferito che è partito con una piccola crepa. Cinque parole come un pugno.
"E tu sei a Roma.."
Delusione.
E poi il silenzio.
Un silenzio troppo pieno.
Un silenzio che mi sta schiacciando.
Io sono fatta per i bei silenzi.
Quelli che nascondono sorrisi.
I silenzi brutti mi uccidono.
Così come le assenze.
E le fughe.
E le parole non dette da troppo tempo.
Oggi me ne basterebbe una.
Torna.
Scappiamo.
Parlami.
Abbracciami.
Forte.
_________________________________
E mentre sto caricando le foto. Eccolo.
Il numerino che segnala un nuovo messaggio di posta.
Lui.
Bentornata.
Bentornato.
Sorrido.
Son stati giorni pienissimi di cose da vedere ma i miei piedi han sopportato tutti i passi fatti.
Mi son riempita gli occhi di meraviglia.
La pancia di delizie.
La testa di pensieri.
La cosa che più ho amato, forse perchè ogni mattina e sera mi toccava passarci sopra per raggiungere il centro o tornare a casa, ai piedi del Gianicolo. E' il Tevere.
Il fiume, i suoi colori, i ponti e il profilo della città piena di cupole, campanili e terrazzi.
I platani che calano le loro lunghe braccia sull'acqua.
Le luci che cambiano e ingentiliscono i profili.
Ho scoperto angoli bellissimi e pieni di piccoli gioielli.
Trastevere e la sua chiesa piena di mosaici.
Le fontane sparse in ogni angolo.
Le piccole librerie dell'usato!
I piccoli dettagli di epoche passate che emergono da palazzi e strade.
L'isola Tiberina.
I panni stesi e il profumo di cibo per i vicoletti bui.
La gente calorosa e chiacchierona.
I gatti che abitano le zone piene di resti romani.
Le cupole che svettano qua e là. Riconoscibili anche da lontano.
La ciclabile lungotevere. Resa, purtroppo, impraticabile dal fiume troppo pieno.
I fiorai di Campo dei Fiori.
Le bancarelle piene di frutta e verdura coloratissima disposta in enormi cesti.
Le vecchine che spulciano le foglie brutte e chiacchierano con i passanti.
I nomi delle vie.
Il vecchio ghetto ebraico con le pasticcerie tipiche.
La pasta cacio e pepe!! Un incontro incredibilmente gustoso!
Questo mi è rimasto dentro.
Il dentro ferito che è partito con una piccola crepa. Cinque parole come un pugno.
"E tu sei a Roma.."
Delusione.
E poi il silenzio.
Un silenzio troppo pieno.
Un silenzio che mi sta schiacciando.
Io sono fatta per i bei silenzi.
Quelli che nascondono sorrisi.
I silenzi brutti mi uccidono.
Così come le assenze.
E le fughe.
E le parole non dette da troppo tempo.
Oggi me ne basterebbe una.
Torna.
Scappiamo.
Parlami.
Abbracciami.
Forte.
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E mentre sto caricando le foto. Eccolo.
Il numerino che segnala un nuovo messaggio di posta.
Lui.
Bentornata.
Bentornato.
Sorrido.
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