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"Non sono quel tipo di ragazza" di Lena Dunham








Ho iniziato questa lettura incuriosita dal successo avuto sia dal libro che da "Girls", la serie tv diretta ed interpretata dall'autrice. Il retro della copertina millanta la nascita di una nuova donna capace di surclassare Bridget Jones e Carrie di Sex and the City.
Ottime premesse, no?







Forse non ho davvero compreso il dramma della vita di Lena, di sicuro ho fatto molta fatica a finire il libro. Ho saltato intere parti senza rischiare di perdere il filo del discorso.
Non mi ha lasciato nulla. Di solito anche i libri peggiori ti lasciano qualcosa. Questo niente.
E' il diario segreto di una ventottenne americana che, nonostante una vita agiata, la possibilità di fare un po' quel che voleva, sia sul piano sessuale che su quello puramente materiale, ha sviluppato una serie infinita di tic, manie e paranoie da far invidia a casi clinici ben peggiori. Tutti i problemi scaturiscono dalla fervida mente della protagonista. Tutti i problemi, a quanto pare, hanno a che fare con il sesso dato che il libro è un susseguirsi di rapporti più o meno noiosi e poco riusciti. Tutto riporta a lei e al suo rapporto con se stessa, il cibo, i genitori, gli amici che non ha, i ragazzi che ha e non ha frequentato, le malattie avute e quelle autodiagnosticate, le diete mai finite, i chili mai persi e mille milioni di altre paranoie assurde.
Per non farci mancare nulla ci è stata anche donata un'infilata di pagine con l'elenco delle cose ingurgitate dalla protagonista durante un'assurda dieta, nel caso qualcuno volesse replicare l'esperienza.

L'unica domanda che mi sorge spontanea è:  PERCHE???


Abbiamo tutte avuto bisogno di sfogare le nostre frustrazioni e nostri problemi più o meno reali in un diario. Tutte l'abbiamo fatto! Abbiamo passato i pomeriggi ad arrovellarci con le amiche davanti a dolci, pizza e telefilm spazzatura e tutte siamo sopravvissute! E poi, tutto quell'orribile squallido passare da un letto all'altro, senza nemmeno un po' di brio o di godimento. Ma che tristezza!

Io ho ventotto anni.
E lungi da me pensare anche solo lontanamente che questa epopea della paranoia si avvicini lontanamente a quello che io e le mie coetanee abbiamo vissuto nella nostra "turbolenta" adolescenza italiana.








Bridget e Carrie sono tutt'altra cosa.

Anche no.




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