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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

"Cinder - Cronache Lunari" Marissa Meyer

Mi sono approcciata a Cinder senza grandi aspettative ma con molta curiosità. Negli ultimi tempi mi son imbattuta spesso in articoli e video dedicati alla serie delle Cronache Lunari e tutti mi son sembrati appassionati e propensi a consigliare questa versione futuristica e distopica delle favole più famose. La verità è che non sono rimasta per niente delusa, anzi, appena finito il libro ho subito prenotato Scarlet, per continuare la saga. Cinder ha come protagonista una Cenerentola cyborg, adottata da una famiglia in cui il padre è venuto a mancare presto e in circostanze strane, una matrigna che non la sopporta e si sente imbarazzata dalla sua presenza, sfrutta il suo abile lavoro da meccanico per pagarsi i conti e gli abiti luccicanti per le due sorellastre innamorate del principe erede al trono ed ansiose di partecipare al ballo. Ho apprezzato Cinder fin dal primo istante. A differenza della Cenerella dimessa e canterina che tutti conosciamo, lei è una

"Colazione da Darcy" di Ali McNamara

Questo libro si è rivelato perfetto per una pausa rilassante dopo la lettura di Dostoevskij. Il clima quasi autunnale ci ha messo del suo per ricreare le meravigliose atmosfere d'Irlanda e la storia è risultata così coinvolgente da rimanermi appiccicata addosso durante tutta la lettura. La protagonista del libro è Darcy, una ragazza londinese con un lavoro insoddisfacente per una rivista di beauty e salute. E fin qui siamo alle solite ;) La vita prosegue noiosa e identica tra servizi sugli ultimi ritrovati di bellezza, falsi sorrisi, aperitivi in posti fashion su tacchi scomodi e debiti da pagare per fingere uno stile di vita lontano dalle proprie possibilità. Tutto cambia quando la notizia della morte di una zia molto amata durante l'infanzia e poi lasciata a se stessa una volta trovato un lavoro a Londra, la riporta in Irlanda. La lettura del testamento della zia si rivela una grandissima sorpresa. Darcy ha la possibilità di estinguere i suoi debiti ma, so

"L'eterno marito" di Fëdor Dostoevskij

Secondo lui l'essenza di siffatti mariti stava nell'essere, per così dire, "eterni mariti" o, per dir meglio, nell'essere in vita loro soltanto mariti e nulla più. "Un tal uomo nasce e si sviluppa unicamente per prender moglie e, ammogliatosi, immediatamente si trasforma in un accessorio della moglie, perfin nel caso in cui gli accadesse di avere un suo proprio, incontestabile carattere. Principale connotato di tale marito è il noto ornamento. Non essere cornuto egli non può, esattamente come il sole non può non risplendere; ma egli di questo non soltanto non sa mai nulla, ma non può nemmeno mai venire a sapere per le leggi stesse della natura." Chi ha letto Dostoevskij puo' comprendere quanto sia faticoso scrivere una "recensione" degna dei suoi romanzi. La verità è che qualsiasi cosa legga di questo autore mi crea un turbamento ed una confusione così forti d'aver bisogno di interi giorni per sedimentare. A

"Tinder" di Sally Gardner & David Roberts

"Sai come la chiamava suo padre, il duca, da bambina? Tinder, perchè si infiammava  come lo stoppaccio per accendere il fuoco." Questa è una fiaba tributo alla più famosa "L'acciarino magico" di Hans Christian Andersen.  Una versione che pare un sogno, un viaggio onirico tra fantasia e realtà. L'autrice mantiene i tratti principali della storia originale, arricchendola di particolari affascinanti e un po' creepy, supportata dalle atmosfere inquietanti e ammaliatrici dei disegni che accompagnano la narrazione. Il nostro protagonista è un giovane soldato scampato alla morte venuta a chiedergli tributo e tratto in salvo da uno strano personaggio che gli fa dono di un paio di stivali per fuggire e di un sacchetto di dadi per scegliere di volta in volta la direzione da prendere. Lo lascia anche con una profezia. Inizia così il vagabondare di Otto e le mille avventure per ritrovare l'amore e fuggire da

"Scrivere è un metsiere pericoloso" di Alice Basso

Vani Sarca crea dipendenza. Ebbene sì.  Questo è uno di quei libri che una volta chiusa l'ultima pagina, ti lasciano strascichi di malinconia e voglia di saperne di più, saggiarne ancora le atmosfere e le voci ormai familiari dei personaggi. Un secondo capitolo migliore del primo. Un'indagine affascinante, piena di inattesi risvolti. Una Vani che all'inizio mi è risultata un po' artefatta ed irritante, proprio nelle primissime pagine, come se la voce non fosse più la sua, una snob al contrario, incapace di approcciarsi ad ambienti più elevati del suo senza quella repulsione mista ad una malcelata invidia che mi han fatta allarmare, che fine aveva fatto la vena ironica, di rifiuto magari verso certi stili di vita, ma di sicuro non quella che emergeva dalle parole della protagonista!? "Sarei anche stufa di frequentare ricconi, in verità. Già per il mio ultimo incarico me n'è toccata una [....] E' vero che i Giay Marin non dovrebbero