"Pane e acqua di rose" di Marsha Mehran

Una sirena.
Bellissima, pallida ragazza dai capelli rossi.
Sulla spiaggia davanti a Ballinacroagh.

Estelle non è nata in Irlanda ma, da sempre, comprende i poteri della verde terra adottiva.
Percepisce le forze che si sprigionano dal mare, conosce i paesaggi selvaggi che la rendono misteriosa e bellissima, riconosce in essa l'esistenza di esseri magici e rari, come la ragazza in abiti fluttuanti che giace priva di sensi sul bagnasciuga.

In molti giudicano Estelle stramba.
Nessuno ha mai compreso la sua venuta dalla calda Italia, il suo amore sconfinato per il pasticcere Luigi e il segreto che legava il loro amore e i loro insuperabili dolci.
Nessuno tranne Marjan. Prima delle tre sorelle persiane a cui la donna ha affittato i vecchi locali della pasticceria per aprire il  Caffè Babilonia. Un caldo ristorantino di specialità persiane.
Dopo un inizio difficile, intorno al locale si è creato un giro di affezionati clienti e amici. Grazie al passaparola e a qualche articolo apparso su quotidiani della zona, sempre più persone si avvicinano agli esotici piatti e alle cerimonie che scandiscono i pasti della giornata.
Le ragazze ce l'hanno fatta, come Estelle e il suo Luigi, molti anni prima.

E' per questo motivo che quando il telefono del locale suona, Marjan non perde un attimo di tempo e si precipita alla casa sulla montagna dove, nel letto a baldacchino, riposa una giovane ragazza dai capelli rossi.

Una ragazza che ha smarrito la strada.
Estelle però non ha intenzione di abbandonarla e di lasciare che le correnti fredde se la portino via. Vuole che la giovane ritrovi la speranza e, insieme a Marjan, aiutarla a tornare a casa.

Non sarà semplice scoprire da dove provenga la sirena.
Molti metteranno in gioco se stessi e i propri valori, contro una società ed un villaggio chiusi nelle proprie credenze.

Marjan scoprirà un lato magico e leggendario della sua nuova terra adottiva e anche qualcosa che cambierà il suo rapporto con  se stessa, il passato e le sue sorelle.










Questo libro si è rivelato un meraviglioso secondo capitolo.
Purtroppo, andando alla ricerca di un terzo volume, ho scoperto che l'autrice, una giovane ragazza persiana, trapiantata nella contea di Mayo, in Irlanda, è venuta a mancare proprio su queste verdi sponde.
Il terzo capitolo si sarebbe dovuto intitolare "Pistachio Rain".
Non son riuscita a capire se esiste un canovaccio da cui verrà tratto qualcosa, ho però scovato il sito che il padre le ha dedicato e in cui cerca di far chiarezza sulla strana morte della figlia.

Ho spesso sovrapposto l'immagine di Marjan a quella dell'autrice, mai avrei pensato ad una Layla ma, dopo aver letto qua e là gli articoli di giornali irlandesi e inglesi, forse la seconda sorella, Bahar, era quella in cui l'autrice riversava i propri timori, il passato e le tribolazioni presenti.
Ovviamente sono tutte congetture frutto della mia imaginazione.
Penso che in qualsiasi libro, come negli orcrux di Harry Potter, si nascondano schegge dell'anima dell'autore, le sue esperienze, le speranze e i dolori.



Una splendida lettura e un tributo.