Dimentica il mio nome.
Questo racconto unisce la giusta dose di dolore, legato ad una perdita (senza cadere nel patetico ma, anzi, cercando di svelare i misteri che avvolgono il passato di chi ci sta accanto da sempre), alla suspense di una vita complicata ed avventurosa.
Mamie. Nonna francese di Zero, allevata da padrini russi e sposata ad un inglese. Residente a Rebibbia, luogo del quale non riesce nemmeno a pronunciare il nome. Perchè i nomi non sono importanti, è ciò che sei quello che conta davvero. E lo stesso, probabilmente, vale per il luogo in cui ti trovi.
Un percorso a ritroso nella storia della propria famiglia.
Segreti, fughe e dolori vengono alla luce e si scontrano con l'idea di granitica solidità che, chi ci ha preceduto e protetto, ha sempre ispirato in noi: bambini, adolescenti arrabbiati e adulti precari e sognatori.
Assistiamo alla nascita dell'Armadillo.
Personaggio che "nasce stronzo", come abbiamo esclamato in coro io e il fratello, dopo aver letto il libro.
La sfocata Lady Cocca assume tratti nitidi e protettivi. E' la mamma chioccia che protegge ma spinge fuori dal nido. Una figura molto bella e delicata.
Consiglio a tutti questa lettura, perchè c'è tanto di ognuno di noi nelle paure e nelle gioie di Zero.
Tanto è stato scritto su quest'ultima fatica di Zerocalcare.
Una volta finita la lettura, ho deciso di sbirciare le varie recensioni, per capire come erano stati interpretati alcuni dettagli, quali domande gli erano state poste durante le varie interviste, insomma, stavo facendo sedimentare e avevo voglia di capire cosa questo libro stesse lasciando dietro di sè.
La verità è che sono rimasta abbanza delusa da ciò che ho trovato.
I commenti e le recensioni si fermano quasi tutte ad un livello superficiale. La grafica (matura, focalizzata sul colore arancione, più fluidi i grigi...eh!?) e l'aspetto narrativo (un'unica storia, non ci son più spezzoni, però ci son comunque dei titoletti..) sono stati scandagliati fino a rendere noiose le letture prese in esame, se poi vogliamo parlare delle interviste, peggio ancora!!
Le domande più gettonate sono state (a parole mie, ovviamente):
"Ti senti più maturo in quest'opera?"
"Ora che farai?" che poi, io dico, uno si è sbattuto alla grandissima, è pure maturato nell'uso dei colori e della narrazione, ci ha messo il cuore, e si vede, anche se nessuno ne parla, ma viene evidenziata solo "la grande malinconia", "la paura di crescere"...a proposito, "Bamboccioni? Che ne pensi dei bamboccioni?"
"..e della situazione politica italiana?"
Ve l'ha detto duemila volte che non vuole parlare di politica!
Cosa volete sentirvi dire da sto ragazzo?
No. Non mi son piaciute le recensioni e non mi son piaciute le domande poste!
Io avrei chiesto ben altro perchè, di misteri, ne restano moltissimi da svelare!
E pure di curiosità!
Una su tutte: "Lady Cocca, ha davvero i capelli rossi?"
Leggete.
Andate oltre le semplici raffigurazioni.
Cercate i simboli, le metafore e i segreti che si nascondono anche nei più piccoli particolari.
Scioglietevi ascoltando la melodiosa canzone di Mamie.
Mantenete i nervi saldi davanti ai pericoli.
Lasciatevi catturare.
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