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"Venivamo tutte per mare" di Julie Otsuka






"Sulla nave avevamo con noi, dentro bauli, tutto quello che ci sarebbe servito per la nostra nuova vita: kimono di seta bianca per la nostra prima notte di nozze, kimono di cotone colorato da indossare tutti i giorni, kimono di cotone tinta unita per la vecchiaia, pennelli da calligrafia, grosse barrette di inchiostro nero, sottili fogli di carta di riso sui quali scrivere lunghe lettere a casa, miuscoli budda di ottone, statuette d'avorio del dio volpe, bambole con quali dormivamo dall'età di cinque anni, sacchetti di zucchero grezzo per comprare favori, trapunte do stoffa a colori vivaci, ventagli di carta, manuali di conversazione inglese, scarpe di seta a fiori, lisce pietre nere del fiume che scorreva dietro casa nostra, una ciocca di capelli di una ragazzo che una volta avevamo toccato, e amato, e al quale avevamo promesso di scrivere pur sapendo che non l'avremmo mai fatto, specchi d'argento che ci aveva regalato nostra madre, le cui ultime parole ci risuonano ancora nelle orecchie."




"Venivamo tutte per mare" è un racconto corale.

Agli inizi del'900 un gruppo di giovani ragazze giapponesi viene imbarcato su una nave diretta in America.
Bauli pieni dei migliori abiti, cancelleria, trucchi e oggetti preziosi.
Negli occhi il ricordo di una terra che non vedranno più.
Il profumo di casa appiccicato a quelle poche cose custodite con cura.
I consigli delle madri nelle orecchie.
Tra le mani, fotografie.
Invitate dai futuri mariti.
Un modo per riconoscerli una volta sbarcate.
La testa persa nel sogno della vita fatta di agi che le aspetta.



[Stampa Ukiyoe]




Questo è quello che era stato promesso nelle lettere giunte a casa.

Appena scese dalla nave, la verità si schianterà come un macigno sulle vite e sul cuore delle ragazze.
Gli abiti non serviranno, così come i tesori custoditi nei bauli.
Non case di mattoni ma baracche apriranno le loro porte a queste inesperte fanciulle cheovranno confrontarsi con una nuova cultura e una nuova lingua. Affrontare i numerosi parti. Il duro lavoro.
La Grande Guerra. E il risentimentimento americano nei confronti dei cittadini giapponesi, dopo l'attacco di Pearl Harbor.

Una vita dura.
Diversa da quella sognata sulla nave che le ha condotte lontano da casa.




[Stampa di Utagawa Kuniyoshi]





Una storia basata su fatti realmente accaduti. Matrimoni combinati tra ragazze giapponesi e uomini, emigrati in America, che promettevano loro una nuova vita di agi e gioia. Fotografie strette al petto per poter riconoscere il proprio marito dopo quella lunga traversata. Bauli pieni di un paese che non rivredanno più.
Drammaticamente sincero.
Coinvolgente.
Commovente.



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