Insieme alla copia di Vanity Fair [15.5.13] recapitata dal postino c'era questo racconto inedito del 1932.
Racconto che, nella sua veste originale, titolava "The Nightmare".
L'incubo.
Come è diventato "Proposta di matrimonio" non riesco a capirlo.
La domanda è lecita in quanto il racconto è come un incubo.
Il confine tra reale e irreale è sottile e labile.
L'incubo è la realtà o la realtà è un incubo?
Il protagonista, stanco e affaticato dal lavoro, si reca al manicomio dove son stati internati i suoi due fratelli, convinto di riscontrare i sintomi di una malattia mentale. Qui si rende conto di come il confine tra malattia e sanità mentale sia estremamente labile e come una parola o un gesto cambino la visione di ogni cosa.
Un medico puo' diventare paziente e un paziente puo' dimostrare maggiore lucidità di chi ha a che fare ogni giorno con la malattia?
Un racconto strano. Mi ha lasciata un po' pensosa.
I quotidiani dell'epoca non hanno apprezzato il tema della malattia mentale e hanno quindi impedito la pubblicazione del racconto.
Molti dicono che sono presenti dei tratti autobiografici in queste righe. La moglie di Fitzgerald, Zelda, è stata infatti ricoverata in una clinica svizzera nel 1930.
Il racconto è rimasto per anni negli archivi dell'agenzia che gestiva i contatti di Fitzgerald con gli editori e, una volta riconsegnato agli eredi, è stato battuto all'asta per 80 mila dollari.
[Image of Zelda published in Metropolitan Magazine - A study of F. Scott Fitzgerald by Gordon Bryant]
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