Quando ho letto per la prima volta il nome dell'autore ho subito pensato alla Sicilia,
al paese inerpicato sulle pendici dell'Etna che porta lo stesso nome, Randazzo.
La storia narrata è però ambientata a Catania,
una città piena di traffico, sensi unici e viette che non portano da nessuna parte.
E qui, chi ha letto del mio viaggio in Sicilia di qualche estate fa, puo' ricordate il terribile primo impatto con la follia del traffico senza regole della città.
Un dejavù e un sorriso per quel protagonista alle prese con un'isola indisciplinata, calda e caotica.
Il libro dura il tempo di un viaggio in macchina.
Un viaggio in cui i pensieri, le parole e le imprecazioni la fanno da padrone.
Sullo sfondo una meta che pare irraggiungibile.
In auto due uomini che non si conoscono.
Un vecchio, che passa dalla nostalgia alla tristezza più profonda, nel tempo di un battito di ciglia
e un uomo spaventato e arrabbiato che però non ha il coraggio di mollare per strada questo ingombrante e stanco passeggero.
Tra loro si srotola la città, con le sue luci e le sue ombre,
si aprono squarci temporali nella storia tra ingiustizie, omicidi, omertà e silenzi.
Il baratro è profondo e solo il movimento costante tiene i protagonisti lontani dal bordo.
I ricordi velano gli occhi del vecchio e insinuano dubbi nella mente del più giovane. La Sicilia e l'Italia intera, il presente e quel futuro incerto che si staglia all'orizzonte con tratti indefiniti
e la morte, lontana e vicinissima, che sussurra parole all'orecchio dell'anziano.
Tu non lo sai da dove vengo
è un grido,
un pugno nello stomaco.
Ti si appiccica addosso senza via di scampo come il nero profondo del mare, quello lucido dell'asfalto e quello terroso delle pietre laviche, solcate da lingue di fuoco millenarie.
Il baratro è profondo e solo il movimento costante tiene i protagonisti lontani dal bordo.
I ricordi velano gli occhi del vecchio e insinuano dubbi nella mente del più giovane. La Sicilia e l'Italia intera, il presente e quel futuro incerto che si staglia all'orizzonte con tratti indefiniti
e la morte, lontana e vicinissima, che sussurra parole all'orecchio dell'anziano.
Tu non lo sai da dove vengo
è un grido,
un pugno nello stomaco.
Ti si appiccica addosso senza via di scampo come il nero profondo del mare, quello lucido dell'asfalto e quello terroso delle pietre laviche, solcate da lingue di fuoco millenarie.
Un viaggio surreale.
Una fiaba moderna tra miiti e realtà.
Un crescendo di phatos ed emozioni.
Tu parli di un libro, ma in realtà sei riuscita a raccontare il Sud! Una abbraccio commosso :-*
RispondiEliminaSe lo dici tu,
Eliminacommuovi un po' anche me :')
Grazie grazie grazie <3