Mio nome Woody.
Miei anni: quasi tre.
Mia razza: basenji.
Woody: sa bene
perchè Padrona: dice sempre
quando persone: chiedono.
Ma che bel cane, come si chiama? Woody.
Ma che bel cane, quanti anni ha? Quasi tre.
Ma che bel cane, di che razza è? Basenji.
Ma che bel cane: eccomi, proprio me!
Padrona: no basenji,
Padrona: femmina umana.
Ventidue anni.
Buona, brava.
Woody: da tre giorni senza Padrona.
Inizia così la storia di Woody, con l'allontanamento dall'amata Padrona.
Woody racconta, ricorda e spiega.
Non usa metafore, non ha filtri, quello che vede e vivi è ciò che racconta al lettore.
La storia di Woody è la storia di Laura che un giorno si innamora dell'uomo sbagliato.
Un uomo che perderà la percezione della realtà e anche quella dell'amore.
Woody assiste e il suo racconto è straziante ma così vero da non lasciare scampo.
Leggere questo libro mi ha fatto pensare ad episodi sentiti al telegiornale ma anche a stralci di vita raccontati da persone conosciute. Il musino di Woody mi ha fatto pensare a un cane di mia conoscenza che adora la sua padrona e sicuramente la proteggerebbe in caso di pericolo, nonostante sia una mini pallina di pelo. Mi ha fatto scegliere di pubblicare questa piccola recensione oggi, il giorno della festa della Donna, nonostante io stia leggendo la (non proprio leggerissima) biografia di Emmeline Pannkhurst, madre della lotta per i diritti delle donne nel regno Unito.
Woody è il regalo che ogni donna dovrebbe fare al primo sentore di pericolo nella vita di un'altra, è talmente coinvolgente e straziante che non lascerà indifferente nessuna. Ovviamente anche gli uomini dovrebbero leggerlo e i ragazzini, per essere educati al rispetto delle donne, dell'altro in generale e di se stessi.
Buon 8 Marzo a tutte Voi 🐾 ❤
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