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Doveva succedere ed è successo.
Sono crollata. Lacrimosa, spettinata dal vento, elettrica, tesa come una corda di violino. Sono esplosa in un pomeriggio che pareva di primavera. Dopo la telefonata fiume di un'amica con problemi sul lavoro, che sono anche un po i miei, dopo aver girovagato per negozi con madre, senza trovare nulla ma seminando qua e là i racconti di quando è stata male e quello che ancora ci portiamo dietro. Ho iniziato ad accumulare lacrime quando ad un suo racconto, ne abbiamo ricevuto uno in cambio, altrettanto doloroso e pungente, come uno spillo sul mio cuore un po' acciaccato, dato che riguardava quella che fu una delle mie migliori amiche dall'asilo alle superiori, un colpo al cuore e uno allo stomaco.
E poi altri, ognuno ha le sue cicatrici invisibili, ognuno è sopravvissuto a qualcosa, grande o piccola che sia. Una vittoria e una storia da raccontare. Un tatuaggio indelebile da mostrare con gli occhi lucidi e la voce incrinata.
Io lì ad ascoltare e a riempirmi di storie e pensieri,
come il vaso che sta per traboccare.
Poi mi si son rotti gli occhiali.
E basta.
Non c'è stato più nulla da fare.
Sono saltati argini e dighe.
Ho dato fondo a tutto quello che da luglio andavo accumulando.
Una cascata senza fine.
Mi sono buttata in doccia e come nei momenti peggiori ho mischiato il dolce e il salato per rendere più profondo, infinito e teatrale il mio dolore. Immersa in quell'elemento che lava e rigenera, tra nuvole di vapore bollente, uscendone spossata e calma.


Voi direte, perchè ci stai tediando con questa storia?
Non lo so! So però che non sono riuscita a scrivere un post sul vecchio anno e ho una bozza di quello che doveva essere un post sul nuovo che non ha il benché minimo senso. Dunque eccomi qua. In tutto il mio io. In tutta quella fragilità che ho nascosto sotto i tappeti. In tutte quelle parole che non ho detto (ancora il mio problema, si sempre lui..lo so, lo so..non dite nulla..) perchè a volte ti succedono delle cose brutte ma accanto a te c'è qualcuno a cui sta succedendo ancora più grossa e quindi non te la senti di mostrare la tua "fortuna" e taci e poi è troppo tardi per parlare. Altre invece in cui il momento non capita e altre in cui non ti va e basta. Punto. Fine. Non si discute.
Questo per dire che l'anno scorso è stato un po' difficile ma è passato e siamo sopravvissuti ad un sacco di cose belle, brutte, folli e dolorosissime. Si è chiuso con la posa delle basi per l'inizio di una nuova vita a due e la voglia di un domani pieno di fiducia e speranza.

La speranza.
Mi porta sempre alla mente la poesia di Emily Dickinson.
Avevo scritto un post sulla speranza ma mi faceva piangere ogni volta che lo rileggevo. Ho scoperto l'importanza e la potenza di questo sentimento, questa sensazione che ti pervade il corpo, un torpore e una luce che anche nei momenti peggiori illumina le cose.
Fa un po' invasata ma è proprio così che mi son sentita e mi sento. Mi rimette a posto, mi riposiziona il sorriso sulla faccia, mi fa pensare con lucidità e mi rende migliore.
L'ho scoperta nei corridoi, nelle sale d'attesa e tra persone che per i più non avrebbero dovuto averne, l'ho vista su visi che vestivano camici bianchi e sulla faccia smunta che mi guardava dallo specchio la mattina.
Ci sono persone che si arrotolano sul divano e aspettano e ce ne sono altre che partono in quarta facendo elenchi di cose da fare, persone da chiamare e mettere in moto. Io sono partita a razzo, trattenendo tutto, credendoci fortissimamente e alla fine eccomi qui, dopo sei mesi a scrivere di luglio, in modo confuso e sgrammaticato. Forse solo per me, forse per chi non c'era, per chi c'era e sapeva e per chi non sapeva e non sa nulla. Perchè le storie che ho sentito oggi, quelle che sento ogni volta che accompagno nonna dal dottore, sul treno la mattina, in stazione mentre aspetto, al lavoro tra un cliente e l'altro, tra le righe dei libri e quelle dei blog...tutte quante si aggrappano a questa invisibile forza.

Che sia un nuovo anno pieno di speranza e forza e gioia.
Ecco quello che avrei voluto scrivere il primo giorno dell'anno, tra una terrina di lenticchie avanzate e l'altra, tra un abbraccio, una dormita e un sorriso arruffato.



Speranza,
quell'essere piumato
che si posa nell'anima...







Sorrido. Assonnatissima.
Profumata di bagnoschiuma.
Talpa con gli occhiali vecchi in punta di naso.

Buonanotte.
Un abbraccio caldo.

Camilla



Commenti

  1. Ieri dev'esser stata una giornata particolare visto che ha scombussolato me ed un bel po' di persone, a quanto ho scoperto. Poi torno a casa e leggo di te e avrei voluto materializzarmi lì vicino per darti un abbraccio di quelli stritolosi. :-) Visto che, con mio sommo disappunto, nessuno si è ancora degnato di inventare il teletrasporto (screanzati!), ti scrivo almeno un grazie per tutte le volte che anche solo con un semplice tweet sei riuscita a farmi sorridere in una delle tante giornate difficili che ho affrontato ultimamente e spero che il tuo modo di reagire e approcciarti alla vita non cambi sotto questo aspetto mai perché i dolori e le paure purtroppo arrivano prima o poi, ma sta a noi raccogliere le forze e la voglia di tener alta la testa per andare avanti.
    Un pianto liberatorio a volte ci sta tutto, certe emozioni è meglio che non se ne stiano troppo dentro ad ingigantirsi.
    Altro qui non scrivo, ma dopo ti mando una piccola e-mail privata. Buona giornata!

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    Risposte
    1. Grazie di cuore :)
      per tutto
      le parole, l'abbraccio stritoloso che ricambio fortissimamente e la vicinanza da così lontano :)

      ❤️

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