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"Doppio sogno" di Arthur Schnitzler








"E' il momento di andare a dormire",
spiegò il padre.
"Sono le nove." 
Anche Albertine si era avvicinata alla bambina, 
cosicché le mani dei genitori s'intrecciarono sulla fronte diletta mentre si scambiavano un tenero sorriso fatto di sguardi,
non più rivolto solo alla figlia.





Questo breve romanzo ha la capacità di tenere alta l'attenzione dalla prima all'ultima pagina. Il mondo dei sogni e la realtà si fondo in un turbine di eventi. Il protagonista, Fridolin, dopo una notte piena di incontri e tentazioni, affannato, rincorre spettri che si fan sempre più inafferrabili. Quando si fa giorno, le avventure della sera paiono al lettore solo l'illusione di una mente eccitata e confusa. Nessuna delle figure della notte riappare con il mattino seguente. Tranne Albertine, la moglie allontanata per colpa dei suoi sogni, colei che giace accanto all'unico brandello tangibile della notte appena trascorsa.


Raccontare la trama servirebbe solo a rovinare questo viaggio onirico, tra desiderio e realtà, maschere e inganni, nel quale il lettore è trascinato per una notte intera. Una notte che allontana e riavvicina i due protagonisti, così intimamente simili da non riuscire ad ammetterlo.


Non mi sarei mai aspettata un così intimo e meraviglioso gioco di inganni e sogni. Da leggere.



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