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"Piccola Dea" di Rufi Thorpe






Ci sono libri che si insinuano tra le pieghe dei pensieri.
Generano dubbi e domande.
Ledono il confine tra giusto e sbagliato. 
Corretto e scorretto. 
Egoismo. Amore. Amicizia. Fedeltà.

Questa è la storia di un'amicizia.
O forse no.
Forse è la storia di un'ossessione.
Di una liberazione.
La storia di ognuna di noi.
Il punto di rottura con l'adolescenza.
La necessità di cambiare e affermarsi come persona, senza influenze passate. La rinascita. 
Il futuro che irrompe nella vita di tutti i giorni, illuminandola di nuova luce e nuove prospettive.

La storia di uno sbaglio, un errore, un fraintendimento.

Chi puo' dire cos'è realmente l'amicizia?
Soprattutto quella femminile.
Complicata, gelosa, competitiva.
Mia provava una forma di invidiosa adorazione per Lorrie Ann.
La bella, brava e perfetta ragazza alla quale faceva da migliore amica. Quella che ha iniziato con uno sbaglio. O una scelta consapevole. Precipitando in un buco nero dal quale Mia ha cercato, invano, di aiutarla ad uscire. Per mancanza di forza di volontà? Perchè finalmente la ruota stava girando e il biasimo non era più per lei ma per la bionda e perfetta amica? Perchè, in fondo, la vita è più facile quando ci si sgancia da un passato pesante e ci si butta nel mondo a modo proprio. Pura essenza. Mia e il futuro. Mia e l'amore. Mia e il lavoro. Lorrie Ann solo un ricordo d'infanzia da inserire qua e là tra una conversazione e un rimpianto?


Controverso. Intimo. Crudo.
Vero. Verissimo.
Oltre ogni aspettativa.




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