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Sorridere con gli occhi.


Ci sono persone che sorridono con gli occhi, oltre che con la bocca.
C'è chi dice che son i sorrisi più veri.
Quelli che passano dalla pura formalità di un arco in mezzo alla faccia, ad un luccichio vivo e complice.
Io sono pienamente d'accordo con questa teoria.

In questi giorni sto facendo vari colloqui per un posto di lavoro.
Il primo che ho fatto è stato con una persona, una donna, che sorrideva con gli occhi.
Una di quelle che ti rimangono impresse per quel guizzo, quell'empatia che subito ti trasmettono.
Una di quelle che vorresti come amica, per parlare ore ed ore, davanti ad un caffè.

Ultimamente noto che quel guizzo manca in molti occhi. Negli occhi di amiche che stanno vivendo e costruendo cose importanti. Negli occhi di chi non capisce come si possa fare, disfare e credere in qualcosa di positivo, in questo momento di stallo o di complicazioni quotidiane. Negli occhi di chi è scontento di quello che ha, anche se si tratta di un indeterminato come primo lavoro.

E mi chiedo dove sia finita la gioia, quella vera, l'eccitazione per il nuovo, per il futuro?
Dove sono stati sotterrati i sogni?
La voglia di fare?
La possibilità di cambiare qualcosa?
Dove?

Sembrano coperte da una patina grigia, avvolte in un foglio di carta trasparente che non fa fluire i pensieri, immerse in qualcosa che le isola dai piccoli piaceri quotidiani...una mattina di vento gelido sulla faccia, i raggi del sole che illuminano un piccolo particolare sul pavimento, le chiacchiere delle vicine di treno, il profumo di pane della panetteria della all'angolo, un saluto, un sorriso..una vita.

Dev'essere per questo che quegli occhi mi han incantata.
Ho rivisto un po' i miei.
E ho iniziato a raccontare, come ad un'amica, a vanvera e con sconclusionata passione, quel che mi aveva condotta in quel palazzo dalla vista bellissima.
E sono uscita dall'ascensore felice.
E mi son presa una brioche al cioccolato per pranzo.
E mi son goduta a piedi Milano e il suo traffico e il Duomo e l'attesa in stazione e pure il viaggio in treno.
E, come ogni volta, con un po' d'ansia, ho controllato che nessuno si fosse portato via la mia bicicletta verde, col suo bel cestino di vimini. Ci ho messo così tanto a scartavetrarla tutta e rimetterla a nuovo!
E poi via, verso casa, con il cestino pieno di libri ritirati in biblioteca, l'aria nei capelli, la giacca svolazzante e un sorriso, negli occhi.

Ogni tanto basta un sorriso. Un sorriso vero.

Ah, il colloquio l'ho passato e la chiamata l'ho ricevuta direttamente dalla selezionatrice.
Magari anche lei ha notato qualcosa.
Oltre al mio concitato e luccicoso raccontare! ;)


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