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Aioli. La maionese all'aglio di Amora.




Amora portò lunghe baguette da intingere nella maionese all'aglio, che era soffice e ariosa, intensa e deliziosa.
Mangiare quell'aioli era come addentare nuvolette saporose.

...


"Si comincia con quattro spicchi d'aglio, spellati" disse sorridendo sotto le luci. 

"Prima vanno ridotti in poltiglia nel mortaio per una mezz'oretta." Pestò assiduamente e aggiunse: "non è importante tanto la quantità di aglio che si usa, quanto l'accuratezza con cui lo si lavora. Quando si puo' rovesciare il mortaio senza che ne cada neanche una goccia, vuol dire che l'aglio è stato lavorato a sufficienza." A dimostrazione, capovolse il mortaio. 

"A questo punto si aggiunge il tuorlo di un uovo e un po' di sale. E poi un cucchiaio da minestra di senape. E ora, a poco a poco, si aggiungono due bicchieri di olio d'oliva. Quando il tutto si sarà trasformato in una maionese bella spessa, si aggiunge il succo di un limone. Voilà!"






Io amo profondamente questa maionese all'aglio.
Mi ricorda la prima vacanza con il Metà, on the road, tra Costa Azzurra, Provenza e Camargue. Mi ricorda cene all'aperto, in serate ventose ma tiepide. Cespugli di lavanda e candeline dentro vasi di conserva su tovaglie bianchissime.

Cibi che rievocano luoghi. 
Profumi. Sapori.
Notti d'estate.



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