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"La canzone d'amore di Queenie Hennessy" di Rachel Joyce








Una lettera.
La scrittura non è perfetta ma è ancora possibile dare forma alle parole.
Una donna.
Osserva il mare da una finestra circondata da assi dipinte.
Un ramo emerge dal terreno davanti alla casa.
Il vento soffia.
I ricordi turbinano.

Queenie.

Una malattia incurabile e la necessità di essere accudita in una struttura adeguata annientano ogni speranza di vita nella piccola casa sulla spiaggia.
Il trasferimento alla casa di cura.
La solitudine. Il silenzio.
Poi, un giorno, una cartolina.
Poche righe scritte di fretta.
"Aspettami"

La speranza.
Una luce nuova avvolge Queenie e gli ospiti della casa.
A poco a poco tornano ad essere le persone che erano.
Parlano, si raccontano e affrontano le loro paure.
Ognuno a modo suo.

Queenie prenderà di nuovo in mano la penna e con la sua incomprensibile scrittura ci fornirà la sua versione della storia. Il suo lavoro al birrificio con Harold, l'incontro con David, lo scontro con Maureen, la fuga, la sua nuova vita e il suo giardino. La perdita di ogni speranza e la possibilità di ricostruire la propria vita spezzata. La capacità di perdonare e quella ancora più difficile di perdonarsi.








La vita passata e il presente si fondono.
A tratti ci si sorprende quando l'infermiera entra nella stanza di Queenie per medicarla, la donna in scarpette da ballo vellutate si fonde con quella costretta a letto. La voce interiore, i ricordi e i passi di danza ci guidano attraverso un cammino tortuoso. Un pellegrinaggio durato una vita che si conslude con l'ultima attesa dell'uomo amato.







Ricordate Harold Fry?

Questa è anche la sua storia.



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