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"Riunione di famiglia" di Francesca Hornak




Quando leggerete questa recensione io e la mia famiglia saremo agli arresti domiciliari. O, meglio, agli arresti sanitari. Il 23 dicembre mia figlia Olivia Birch, dottoressa e operatrice umanitaria seriale, sarà tornata dalla Liberia, dove è impegnata a curare l'epidemia di Haag, e ci avrà costretto a restare sette giorni in quarantena. Per un'intera settimana dovremo evitare qualsiasi contatto con il mondo esterno e potremo uscire di casa solo in caso di emergenza. Se qualcuno commettesse l'errore di venirci a trovare sarebbe obbligato a restare con noi fino alla fine dell'isolamento. Sono già in corso i preparativi per la "settimana Haagorafobica", come è ormai nota in casa Birch. Amazon e Waitrose ci recapiteranno quella che già si annuncia come la spesa natalizia più abbondante d'Inghilterra.



Ho letto questo libro negli ultimi giorni del 2018, ancora immersa nello spirito natalizio ma pronta a lasciare andare l'anno passato. Il periodo è lo stesso in cui i protagonisti di Riunione di famiglia, Seven days of Us nella versione originale, si ritrovano isolati in un'antica villa di campagna per festeggiare il natale e permettere a Olivia, la figlia maggiore della famiglia Birch, appena rientrata da una missione umanitaria in Liberia, di passare una settimana di quarantena senza alcun contatto con il mondo esterno. E' un natale speciale per Emma, che vede finalmente riunita la famiglia, dopo anni di feste passate in tre con il marito Andrew, giornalista gastronomico, noto per la sua penna pungente e il facile sarcasmo e la figlia più piccola, Phoebe, viziata dalla famiglia, amante della moda e della sfavillante vita londinese, un lavoro in tv e un fidanzato rugbista con una villa a pochi chilometri da quella dove passeranno le feste i Birch.

Questo quadretto all'apparenza idilliaco nasconde le angosce e i segreti che i protagonisti non hanno ancora deciso di svelare agli altri membri della famiglia, segreti che si materializzeranno grazie all'arrivo di un espansivo ragazzo americano in cerca del padre biologico nelle sperdute campagne del Norfolk e costretto a passare il resto delle feste con i Birch, per non rischiare il contagio fuori casa. 


La lettura è leggera, scorrevole e delicata, perfetta per questo periodo dell'anno. Profuma di casa, famiglia, ricordi e fa scappare anche qualche lacrimuccia sul finale. I protagonisti sono perfettamente caratterizzati, ne conosciamo i pensieri più reconditi ma anche l'immagine che hanno di loro gli altri, in un quadro generale dettagliato e coinvolgente.
Unico neo, a mio parere, è la mancanza di una maggiore caratterizzazione e di uno svelamento finale, con relativo scontro o confronto, con George, il fidanzato di Phoebe. George semplicemente sparisce, esce dalla porta e di lui non si sa più molto. Non che fosse un personaggio particolarmente intenso, la piattezza della sua personalità è percepibile dalla prima pagina, così come la conclusione della sua permanenza tra i Birch, ma questo non toglie che un almeno tre persone della famiglia, avrebbero avuto tutte le ragioni per urlargli dietro qualcosa. Puf! Adieu George!

In modo diverso, ognuno troverà un lieto fine e il nuovo anno sarà portatore di grandi novità per tutta la famiglia, finalmente riunita.







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