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"Una vita da libraio" di Shaun Bythell




George Orwell non aveva nessuna voglia di fare il libraio, 
e devo dire che lo capisco benissimo.
Lo stereotipo del libraio insofferente, intollerante e misantropo (come il personggio interpretato da Dylan Moran nella serei televisiva Black books) trova spesso conferma nella realtà. Ci sono le immancabili eccezioni, ovvio, e molti colleghi di mia conoscenza non sono affatto così: io sì, purtroppo. Ma un tempo ero diverso, e prima di comprare la libreria ricordo di esser stato un tipo abbastanza disponibile e amichevole. Se oggi sono quel che sono, è colpa del quotidiano bombardamento di domande idiote, dell'incertezza finanziaria, delle eterne discussioni con il personale, dell'infinito, sfiancante mercanteggiare dei clienti. 
Eppure, se qualcuno mi chiedesse cosa vorrei cambiare, 
la risposta sarebbe: niente.




Questo libro ha attirato la mia attenzione già dai primi annunci. Ho avuto un assaggio di Wigtown grazie ad un post apparso nel lontano 2014 sul blog di Zelda was a writer. La sua esperienza mi ha fatta innamorare di quel luogo e del festival che ogni anno si tiene nella piccola cittadina. E' finito nella mia lista dei desideri relativi ad un futuro tour scozzese e si è sedimentato in fondo alla mia memoria. Quando ho visto l'immagine di copertina, quella spirale di libri mi ha subito ricordato qualcosa, il resto lo han fatto le recensioni apparse ovunque, il tempo passato sulle pagine social della libreria e alla fine, la lettura stessa del libro.

Ho amato ogni singola pagina di questo libro. Un po' a causa della mia folle passione per le biografie, le librerie e la Scozia. Ingredienti base di questo libro. I ritmi variano al variare delle stagioni, del clima e degli eventi che si svolgono in città. Risulta subito facile affezionarsi ai protagonisti, ai clienti abituali e perfino al gatto della libreria. Mi ha messo voglia di Scozia, di pioggia e di correre in libreria. Una di quelle piccole librerie dell'usato stipate fino al soffitto, dove passare ore alla ricerca di tesori dimenticati. La scrittura di Shaun Bythell è piacevole, scorrevole e mai banale. Si ride spesso e ci si perde nelle meravigliose descrizioni della natura e della vita in città. Questo libro è come una coperta calda.

Piacevolissima lettura da accompagnare a una tazza di tè in una giornata uggiosa ☕







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